Bicentenario dell’Arma: encomi e sguardo al futuro
Home
Redazione - redazione@alessandrianews.it  
10 Giugno 2014
ore
00:00 Logo Newsguard

Bicentenario dell’Arma: encomi e sguardo al futuro

In tutta Italia per il bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri festeggiamenti “sobri ma senza dimenticare una certa ritualità”. In provincia però l’occasione è speciale perché quello del capoluogo fu tra i primi comandi a essere istituito. Distribuiti dal comandante Della Nebbia diversi riconoscimenti a chi si è distinto sul territorio

In tutta Italia per il bicentenario della fondazione dell?Arma dei Carabinieri festeggiamenti ?sobri ma senza dimenticare una certa ritualità?. In provincia però l?occasione è speciale perché quello del capoluogo fu tra i primi comandi a essere istituito. Distribuiti dal comandante Della Nebbia diversi riconoscimenti a chi si è distinto sul territorio

PROVINCIA – Duecento anni di storia dei Carabinieri in Italia e anche ad Alessandria, se è vero che il comando provinciale fu, insieme a Savoia, Torino, Genova, Cuneo e Novara, fra i presidi nati sul territorio già nel 1814
Come ogni anno l’Arma dei Carabinieri ha voluto festeggiare “il suo compleanno”, quest’anno reso però ancor più speciale visto che ricorre il duecentesimo anno dalla fondazione. “Tradizionalmente la festa viene celebrata a giugno” – ha spiegato il Comandante provinciale, colonnello Franco Della Nebbia: “La scelta non è casuale e ricorda il mese in cui fu concessa la prima medaglia d’oro all’Arma”. 

Un territorio complesso, quello alessandrino, fitto di reti di stazioni per il controllo delle strade, infestate un tempo da briganti. “I carabinieri hanno gestito nell’ultimo anno il 75% di tutte le notizie di reato – sottolinea il colonnello Della Nebbia – e sono state denunciate circa 15 mila persone. Abbiamo scoperto più della metà degli autori di rapine e risolto circa un quarto dei casi che abbiamo affrontato”.

L’occasione della festa per il bicentenario è stata scelta anche per il conferimento di particolari “encomi”.
 

Economio solenne per il Mar. Ca. Mario Tuccia, semplice invece per il Car. Sc. Sossio Borrelli, per l’App. Sc. Roberto Bacchis, per il Mar. Ca. Fabio Odino, per il Ten. Antonio De Vita, per il Mar. A. UPS Osvaldo Rigogliosi, per il Mar. Ord. Mariano Sarra, per l’App. Sc. Marco Bazzarello, per il Car. Sc. Gaetano Romano, per il Mar.A.UPS Vittorio Gasparini e per il Brig. Ca. Michele Peddone. Elogio scritto invece per il Ten. Mario Barisonzi, per il Mar. Ca. Francesco Borsci, per il Mar. Ord. Matteo Chiarelli, per il V. Brig. Maurizio Flammini, per l’App. Sc. Claudio Di Domenicantonio e per il Mar. Ca. Gabriele Furioso.

Ai quali si sono aggiunti i riconoscimenti per chi sul territorio provinciale si è particolarmente distinto

 

Luogotenente Antonio Caputo, Comandante della Stazione Carabinieri di Occimiano;
Luogotenente Salvatore Fiorentino, Comandante della Stazione Carabinieri di Castelnuovo Scrivia;
Mar. A.s. UPS Cosimo Cicero, Comandante della Stazione Carabinieri di Valenza;
Mar. Ca. Paolo Carlini, Comandante della Stazione Carabinieri di Ovada;
Mar. Ca. Vittorio Davio, Comandante della Stazione Carabinieri di Rocchetta Ligure

Fra le riflessioni speciali del Comandate Della Nebbia per l’occasione, il ricordo dei Caduti e di quanti in passato hanno onorato l’Arma, “costruendo il rispetto e la stima che ancora oggi si respira sul territorio” e la sottolineatura di come si debba guardare anche al presente, “una situazione nella quale fare il carabiniere è forse meno faticoso che in passato – quanto si era in servizio 24 ore su 24 e perfino il matrimonio era visto di cattivo occhio, perché avrebbe potuto distrarre dallo svolgimento della propria missione – ma non per questo più semplice, anche perché, rispetto a un tempo, sono le condizioni della società ad essere cambiate. Negli anni seguenti alla fondazione dell’Arma i carabinieri erano ovunque sinonimo di efficienza e piena maturità: più alti di 10-15 centimetri rispetto alla media della popolazione (bisognava infatti essere alti almeno 170 cm per potersi arruolare) e di età compresa fra i 20 e i 40 anni, capaci di leggere e scrivere (a differenza della maggior parte della popolazione dell’epoca) e dotati di divise sempre in ordine. Ai nostri giorni, in un mondo molto più complesso e in continua e rapida evoluzione, siamo chiamati a dare altre prove delle nostre capacità e della nostra efficienza, molto più impegnative sul piano professionale, per meritare la considerazione di una società moderna sempre più esigente e sempre più severa, giustamente, con le sue Istituzioni. Anche se può apparire, per altri versi, una società dominata dal relativismo morale ed etico, una società nichilista, che sembra misurare e misurarci soltanto per il grado di successo o per il livello del reddito, che sembra invitare e invitarci alla ricerca del piccolo utile personale, disillusa di fronte alla proposta di ideali e mete più elevate. Non credo sia così. In ogni caso è una società che certamente chiede di ritrovare speranza e fiducia, che è alla ricerca di esempi e che sa riconoscerli. E’ dunque questo il mio augurio per il nostro bicentenario: che ognuno di noi abbia sempre la consapevolezza, la coscienza vigile, la forza, e se necessario il coraggio, di essere un riflesso, luminoso, di quel grande esempio di idealità, di spirito di servizio, nei confronti del Paese e dei nostri concittadini, di fedeltà assoluta, che ha rappresentato sino ad oggi l’Arma dei Carabinieri”.

In provincia le stazioni della “Benemerita” sono 56, ripartite in 5 compagnie: Alessandria (con il comando provinciale), Acqui Terme, Novi Ligure, Casale Monferrato e Tortona.

“Ai nostri giorni molti Reparti specializzati si affiancano a supporto della struttura territoriale – ha concluso il comandante Della Nebbia – ampliandone le capacità operative: in Alessandria sono presenti un Reparto operativo, un Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, un Nucleo Operativo Ecologico, un Nucleo Ispettorato del Lavoro, altri reparti intervengono da Torino, Milano, il Reparto Investigazioni Scientifiche da Parma, in un continuo aggiornamento tecnico e di procedure, ma le Stazioni restano il cuore della nostra organizzazione, riconosciute tra i simboli dello Stato più evocativi e radicati, capaci di perseguire, con efficienza e sensibilità umana, una missione immutata nel tempo: custodire le comunità, propiziare la civile convivenza, difendere tutti e ogni cittadino, specialmente i più vulnerabili”.

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione