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    Pozzolo
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    Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
    11 Maggio 2017
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Pozzolo in punta di pedali, in mostra i portacolori della Siof

    Un viaggio retrospettivo negli anni Cinquanta fatto di ricordi sportivi e umani, quando Pozzolo Formigaro pedalava per Fausto Coppi e i suoi gregari: è "I portacolori della Siof", una mostra fotografica sul ciclismo fra immagini, libri, storie, canzoni e teatro

    Un viaggio retrospettivo negli anni Cinquanta fatto di ricordi sportivi e umani, quando Pozzolo Formigaro pedalava per Fausto Coppi e i suoi gregari: è "I portacolori della Siof", una mostra fotografica sul ciclismo fra immagini, libri, storie, canzoni e teatro

    POZZOLO FORMIGARO – Un viaggio retrospettivo negli anni Cinquanta fatto di ricordi sportivi e umani, quando Pozzolo Formigaro pedalava per Fausto Coppi e i suoi gregari: è “I portacolori della Siof”, una mostra fotografica sul ciclismo fra immagini, libri, storie, canzoni e teatro, che sarà inaugurata sabato 13 maggio proprio a Pozzolo.
    È una corsa indietro nel tempo, al 1950, quando con la direzione tecnica del massaggiatore cieco Biagio Cavanna nasce il gruppo sportivo sponsorizzato dalla Siof, Società Italiana Ossidi Ferro, uno dei primi sponsor extra settore del ciclismo agonistico.

    A quell’epoca la Siof non era soltanto una fabbrica che dava lavoro ai pozzolesi. In via Garibaldi ci si andava per portare a casa la pagnotta, ma anche per partecipare con la famiglia alle attività culturali e sportive del cosiddetto Dopolavoro. La Siof, fondata nel 1923, era il cuore pulsante del paese grazie a quel moderno “paternalismo” aziendale dei lungimiranti imprenditori Locatelli, Mazzoleni e Zanella: lì si facevano i colori (secondo una formula chimica studiata dal professor Guido Rota), lì si cantavano le canzoni, si faceva teatro, si organizzavano le gite e i viaggi fuori porta.

    La mostra fotografica a cura di Mario Didier è allestita al bar Centrale di piazza Italia, “il bar di Ugo”, un luogo che è rimasto identico nel tempo, dalla particolare atmosfera retrò, che ha anche ispirato un romanzo di successo edito da Rizzoli, “L’ultimo gregario” di Pier Bergonzi. Lì dove si fermava a bere un caffè un certo Gino Bartali, senza paura di incontrare quegli accaniti angeli di Coppi e i loro tifosi, tutti portacolori della Siof.

    La mostra sarà inaugurata sabato alle 11.00 e rimarrà aperta tutti i giorni fino al 2 luglio dalle 9.00 alle 19.00 (chiuso il martedì). In una versione speciale sarà poi allestita il 30 giugno, dalle 18.30 alle cantine del castello di Pozzolo Formigaro, a completamento di un evento dedicato al ciclismo. Il clou sarà lo spettacolo teatrale di Allegra De Mandato ed Emanuele Arrigazzi “Può una bicicletta volare?”, allestito con musica live nella suggestiva scenografia della piazza del castello.

    Mario Didier – il curatore della mostra – inizia a coltivare la sua passione per la fotografia negli anni Settanta. Non senza sacrifici acquista la sua prima Nikon rimanendole fedele negli anni. Tra esperienze sul campo e primi approcci teorici inizia a creare un suo stile avvicinandosi ai concorsi fotografici, al tempo in grande espansione. Fotografa il territorio e i suoi eventi, soprattutto di sport (ciclismo, calcio, pallavolo) che interpreta attraverso servizi fotografici i quali evidenziano sempre l’aspetto umano dei protagonisti.

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