Carenzi, il generale che mise le ruote all’Arma
Era novese e nel 1896 venne nominato comandante generale dei Carabinieri. Angelo Francesco Carenzi stabilì regole precise per gli ufficiali, "consigliate dal riserbo e dalla serietà delle loro attribuzioni" e una divisa particolare per chi girava sul velocipede
Era novese e nel 1896 venne nominato comandante generale dei Carabinieri. Angelo Francesco Carenzi stabilì regole precise per gli ufficiali, "consigliate dal riserbo e dalla serietà delle loro attribuzioni" e una divisa particolare per chi girava sul velocipede
Ed è in questa veste che emana alcuni tra i suoi ordini più singolari (o meglio: che appaiono singolari agli occhi di noi contemporanei). Come spiega lo storico locale Dino B. Bergaglio, autore di un profilo di Carenzi pubblicato nel 2012 su In Novitate, il militare novese emanò l’autorizzazione all’uso della bicicletta (allora definita “velocipede” o “macchina ciclistica”) come nuovo mezzo di locomozione per gli appartenenti alle forze armate. Gli ufficiali che viaggiavano sulle due ruote, in particolare, dovevano “imporsi quelle limitazioni consigliate dal riserbo e dalla serietà che le loro attribuzioni richiedono”. Gli ufficiali dell’Arma, inoltre, non dovevano “servirsi del velocipede per recarsi in visita di sorpresa alle stazioni” e non potevano “farne uso in alcun modo nei loro servizi”.
Carenzi invece vietò l’uso della bicicletta ai militari di truppa, con la sola eccezione degli allievi destinati “al servizio di velocipedisti”. Sulla macchina ciclistica non si poteva andare con la normale divisa: era infatti prevista una uniforme composta da “berretto, giubba di panno, pantaloni di panno o di tela fermati con l’apposita molletta ferma pantaloni”. “Il militare in velocipede – recitano ancora le disposizioni emanate da Carenzi – non è dispensato dal portare la sciabola“. Infine la raccomandazione più importante: “I militari dovranno astenersi dal far uso della macchina ciclistica per le vie delle città finché non abbiano acquistato piena capacità e assoluta sicurezza in tale esercizio”. Adelante, con juicio, avrebbe detto Manzoni.