Variante collinare: il Pd ritrova la pace, ma deve fare i conti con alleati e cittadini

È già stato raccolto un centinaio di firme per bloccare la Variante collinare che l’amministrazione comunale intende far approvare a breve dal consiglio.

La settimana scorsa, intanto, il Partito Democratico novese ha ritrovato la pace sul documento urbanistico e ora si appresta ad aprire il confronto con i propri alleati del centrosinistra. Quattro consiglieri del Pd avevano duramente contestato la prima bozza della Variante: Dilva Manfredi, Patrizia Rebora, Roberto Rossi e Michela Ziccardi; mentre un altro consigliere sempre del Pd, Biagio Zigrino, aveva presentato una propria controproposta.

Il nodo del contendere era rappresentato dai “premi di cubatura” (in pratica, la possibilità di demolire e poi ricostruire edifici più grandi) concessi ad alcuni proprietari. Il direttivo del partito è alla fine riuscito a trovare una soluzione, optando per l’applicazione del “Piano casa”, la legge varata dal governo Berlusconi e recentemente recepita anche in Piemonte. Il fatto ha scatenato l’ironia del Pdl novese («Robbiano per levare le castagne dal fuoco si è fatto aiutare da Berlusconi e Cota», ha detto il coordinatore Andrea Scotto).

Se il sindaco ha risolto il problema interno al proprio partito, ora però dovrà affrontare gli alleati della propria coalizione e – come dicevamo – il comitato dei cittadini, i cui rappresentanti hanno già avuto un incontro con l’assessore all’urbanistica Paola Cavanna. I residenti temono che con l’approvazione del documento urbanistico permetta il proliferare di costruzioni in un’area che, fino ad oggi, è poco abitata.