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La Casa della Sinistra Novese attacca: “Il Senatore Morando sbaglia”
I tre partiti della sinistra novese - Pdci, Prc e SeL, intervengono in risposta al senatore del pd, Enrico Morando, che qualche giorno fa ha rilasciato un'intervista dove si diceva favorevole ad alcune misure in materia di pensioni, proposte dal Pdl
I tre partiti della sinistra novese - Pdci, Prc e SeL, intervengono in risposta al senatore del pd, Enrico Morando, che qualche giorno fa ha rilasciato un'intervista dove si diceva favorevole ad alcune misure in materia di pensioni, proposte dal Pdl
La Casa della Sinistra novese risponde al senatore Enrico Morando, che nei giorni scorsi – in una intervista al quotidiano La Stampa – si era dichiarato favorevole all’innalzamento dell’età pensionabile, in particolare quella delle donne. Morando aveva inoltre fatto sapere di essere pronto a votare anche emendamenti proposti dal Pdl, sempre sull’argomento lavoro e pensioni. “L’intervento dell’autorevole senatore Enrico Morando, esponente del Partito Democratico, sulla Stampa di sabato 20 agosto, ci ha colti certamente di sorpresa per il fatto che le questioni sollevate nell’intervista hanno un rilievo determinante per il futuro delle forze politiche del centrosinistra e per i ceti sociali da esse rappresentati”, dichiarano i gruppi politici di Pdci, Prc e SeL.
“Morando ha sostenuto alla Stampa l’ innalzamento dell”età pensionabile fino ai 68-69 anni, ed inoltre è pronto a firmare un emendamento del PdL in tal senso, se quel partito avesse forza di presentarlo, anche in dissenso rispetto al suo gruppo Pd del Senato. Nell’ intervista Morando attacca il sindacato come forza rispondente a logiche incomprensibili e arroccata a difendere solo i propri iscritti, ( evidentemente dovrebbero i sindacati rispondere ai desiderata del senatore per essere meglio compresi da lui medesimo), ed esorta peraltro il Partito Democratico a fare “scelte che costano consenso”, proseguono i segretari dei tre partiti, Gianni Malfettani (Pdci); Pier Franco Pallavicini (SeL) e Alessandro Molinari (Prc).
“Il nostro sconcerto riguarda questioni strettamente di merito e di prospettiva politica che dalle tesi morandiane sulle pensioni ne derivano direttamente. Nel merito ci pare non dubbio che alzare l’ età pensionabile in un mercato del lavoro ingiusto e scarsamente tutelato come quello italiano e con strutture dello stato sociale a dir poco insufficienti, significa aumentare il disagio dei lavoratori in uscita dal sistema e aggravare la disoccupazione giovanile, in sostanza alimentare la concorrenza fra poveri in una fase di forte disoccupazione di massa. Inoltre il provvedimento di sgravi Irpef delle donne verrebbe finanziato con l’ aumento dell’ età delle pensioni di anzianità Inps, in sostanza un provvedimento per le classi disagiate si finanzia con un taglio al sistema sociale. Ci chiediamo perché non finanziare l’ aumento delle risorse allo stato sociale con l’ introduzione di patrimoniale e Tobin Tax? Evidentemente il senatore Morando non aderisce alla campagna sostenuta dal Pse e dai Verdi europei “Change for Europe”, primi firmatari Delors,Chon Bendit, Martine Aubry, Martin Schulz, e per l’ Italia Bersani, D’ Alema e Vendola, nel quale si sostiene che per salvare l’Europa, l’Europa della coesione sociale, è necessario por fine alle politiche d’ austerità tassando i redditi da capitale sgravando i redditi da lavoro”. “E qui veniamo al punto più delicato, perché Morando ha sostenuto più volte sul Riformista che la manovra del centrodestra inevitabilmente sarà recessiva ma, siccome l’ Europa ce la impone, è comunque necessaria e buona anche se, aggiungiamo noi, se è recessiva contribuirà a far fallire lo stato. Ne deriva che Morando in Italia sostiene la linea deflazionista della Bce, e quindi i tagli a salari e pensioni, pur di passar sopra a una grave recessione del paese che nessun problema strutturale risolverebbe. In sostanza il senatore si limita a porre in una manovra sbagliata di destra, un po’ di regresso sociale in più; tutto ciò è un condimento della pietanza tremontiana che crediamo i lavoratori italiani non meritino. Mentre nel Pd si affacciano importanti ripensamenti sul neoliberismo europeo, Morando ci insegna il coraggio della modernità, affinchè i benevoli teutonici salvino il nostro paese dopo che noi si è dato una “sistemata” allo scandalo della pensione di anzianità”.
E ancora: “Morando fa una evidente apertura alla maggioranza in difficoltà, proprio su un tema di divisione della stessa, l’ innalzamento dell’ età pensionabile. Poco male se così facendo rompe l’ unico schieramento che possa determinare in Italia una vera alternativa a Berlusconi e al centrodestra. Morando attacca il mondo dei lavoratori dipendenti, che è lo stesso mondo che rischia di pagare una crisi che non ha causato ma semmai subito. Il sindacato è una grande organizzazione democratica che per rappresentare tutto il mondo del lavoro non può che contrapporsi a questa finanziaria di destra; il centrosinistra non può che trovare forza nel difendere il sindacato e le ragioni dei ceti più deboli. Ma la modernità morandiana ha una superiore raffinatezza strategica che noi non comprendiamo: portare lo scalpo di un centrosinistra sradicato dalle proprie ragioni sociali al fine di puntellare un Pdl in rotta con la Lega”.
In conclusione, la Casa della Sinistra dice no al trasformismo: “La manovra morandiana si rivela per ciò che è, un mero esercizio di trasformismo, male profondo dell’intero sistema politico italiano. Evidentemente il senatore intende festeggiare i 150 anni di storia patria elevandosi ad erede della discussa tradizione dei Depretis e dei Giolitti. Sommessamente, non siamo d’accordo con tale filone storico. Noi crediamo,invece, che il centrosinistra italiano debba ritrovare profondamente le sue ragioni di insediamento sociale, e che abbia bisogno per essere di nuovo coalizione alternativa alle destre, di assumere su di sé le ragioni di chi ingiustamente pagherà la crisi secondo ciò che la manovra Berlusconi realizza. Una politica trasformista e tattica non può che rafforzare il potere delle destre in difficoltà, ed aiutarne la ristrutturazione strategica, e renderà l’ opposizione delle forze di progresso afone e incapaci di azione nel paese. Col trasformismo si rischia di lasciare interi ceti lavorativi alle sirene di una destra conservatrice e demagogica come non mai. Noi siamo convinti della alternativa che la coalizione di centrosinistra oggi in Italia parta con sé, nelle sue ragioni sociali che ne hanno determinato la forza e l’ affermazione nel paese per ben due volte contro le destre berlusconiane. Noi lavoriamo, con slancio insieme alle altre forze della alleanza di centrosinistra, per un rilancio della sinistra e del progressismo nel nostro paese”.