Agosto 1911, a Novi gli aerei del Partito Azzurro
La storia del primo volo a Novi inizia nellagosto del 1911, mentre sono in corso i festeggiamenti per i 50 anni dell'Unità d'Italia. Un libro ne racconta le vicende
La storia del primo volo a Novi inizia nell?agosto del 1911, mentre sono in corso i festeggiamenti per i 50 anni dell'Unità d'Italia. Un libro ne racconta le vicende
Anche se con minore intensità, i voli al Mossi continuarono sino al 1976, quando il campo rappresentava anche uno scalo significativo dell’aviazione civile. Ma in quell’anno arrivò la decisione della chiusura e oggi dall’aeroporto partono solo piccoli aerei ed alianti per il volo amatoriale. Tra le curiosità, il passaggio di Evita Peròn alla fine degli anni Quaranta e quello dell’aereo del “Grande Torino”, che prima della sua tragica fine sulla collina di Superga (il 4 maggio 1949), aveva ricevuto il consiglio di anticipare l’atterraggio proprio sullo scalo di Novi, a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Ma il pilota decise di arrivare sino a Torino, scelta che costò la vita all’intero equipaggio e alla squadra presente sul mezzo.
C’è anche una pubblicazione per ricordare l’intensa attività dell’aeroporto Mossi di Novi e per celebrare i primi voli in città. Il libro è stato curato dall’ingegner Melone dell’associazione Aeronautica, che ha voluto ricordare, con una ricostruzione storica, i piloti del luogo caduti in battaglia, che hanno ottenuto la medaglia d’oro. Tra questi vi sono Luigi Bailo di Serravalle, Eugenio Mossi di Spinetta Scrivia e il novese Ernesto Trevisi, caduto in Albania.
Il volume – dal titolo “Le origini dell’aeronautica militare italiana. Il primo impiego militare e l’aviazione a Novi Ligure” – è suddiviso in capitoli monografici e verrà distribuito gratuitamente nel corso delle celebrazioni per i cento anni dal primo volo in città.
Tra le curiosità, anche la raccolta storica delle cronache tra i voli effettuati dal Partito Rosso e quelli del Partito Azzurro (guidato dal generale Carlo Caneva). Il primo – guidato dal generale Luigi Cadorna – sarà poi il vincitore del primo conflitto mondiale.