Home
Bambina picchiata sullo scuolabus
A Serravalle Scrivia aggredita da altri ragazzini una bambina della quarta elementare. La madre minacciata dagli altri genitori presenta denuncia ai Carabinieri. Il Comune cerca volontari per la sorveglianza
A Serravalle Scrivia aggredita da altri ragazzini una bambina della quarta elementare. La madre minacciata dagli altri genitori presenta denuncia ai Carabinieri. Il Comune cerca volontari per la sorveglianza
Una bambina che frequenta la quarta elementare, a Serravalle Scrivia, è stata picchiata sullo scuolabus che la stava riportando a casa. La madre, intervenuta per difenderla, a sua volta è stata oggetto di insulti e minacce di morte. È accaduto venerdì scorso, al quartiere Ca’ del Sole di Serravalle.
Una giornata di scuola normale, per la piccola Giulia [il nome è di fantasia], che si è però conclusa nel peggiore dei modi. Alcuni ragazzini che viaggiavano sullo scuolabus insieme a lei la prendono di mira, la picchiano, la colpiscono così forte da mandarle in frantumi gli occhiali. Quando scende dal pullman, spaventata e in lacrime, riferisce alla madre quello che è appena accaduto. Ma il peggio deve ancora arrivare.
La donna, comprensibilmente, si rivolge alla mamma di uno degli aggressori. Pensa di ricevere delle scuse: dopotutto – pensa – capita che i ragazzini possano commettere qualche sciocchezza, ci penseranno i loro genitori a rimetterli in riga.
Invece no, le famiglie dei bulli fanno quadrato. Di scuse neanche l’ombra, anzi. Quando la madre della piccola Giulia si azzarda a chiedere che venga almeno risarcito il danno agli occhiali, una donna le si scaglia addosso. Sputi e minacce di morte: “Se parli, se ti azzardi a denunciarci ti tagliamo la gola”.
Sono momenti confusi, concitati. Ma la mamma di Giulia non ha paura: va dai carabinieri e presenta una denuncia. Poi va anche a scuola e in Comune, per far conoscere a tutti l’accaduto. Chiede che siano presi provvedimenti, ma tutti paiono scaricare ad altri la patata bollente.
La scuola spiega che i fatti sono avvenuti fuori dall’orario scolastico e fuori dall’edificio: che si rivolgano all’autista dello scuolabus. Questi, giustamente, ribatte che non può allo stesso tempo guidare il pullman e controllare cosa succede dietro ai sedili. Alla richiesta di maggiore sicurezza, infine, il Comune risponde di non avere soldi per istituire un servizio di sorveglianza sui pullmini: la soluzione, però, potrebbe essere l’introduzione dei “nonni vigili”, come accade anche in altre città. “Stiamo già cercando volontari”, dicono.
Intanto la mamma di Giulia commenta affranta: “Sono sempre di più i genitori che portano a scuola i figli in auto, per evitare loro un viaggio in bus insieme ai bulletti. Ma io non voglio dargliela vinta”. (da il settimanale Il novese)
Una giornata di scuola normale, per la piccola Giulia [il nome è di fantasia], che si è però conclusa nel peggiore dei modi. Alcuni ragazzini che viaggiavano sullo scuolabus insieme a lei la prendono di mira, la picchiano, la colpiscono così forte da mandarle in frantumi gli occhiali. Quando scende dal pullman, spaventata e in lacrime, riferisce alla madre quello che è appena accaduto. Ma il peggio deve ancora arrivare.
La donna, comprensibilmente, si rivolge alla mamma di uno degli aggressori. Pensa di ricevere delle scuse: dopotutto – pensa – capita che i ragazzini possano commettere qualche sciocchezza, ci penseranno i loro genitori a rimetterli in riga.
Invece no, le famiglie dei bulli fanno quadrato. Di scuse neanche l’ombra, anzi. Quando la madre della piccola Giulia si azzarda a chiedere che venga almeno risarcito il danno agli occhiali, una donna le si scaglia addosso. Sputi e minacce di morte: “Se parli, se ti azzardi a denunciarci ti tagliamo la gola”.
Sono momenti confusi, concitati. Ma la mamma di Giulia non ha paura: va dai carabinieri e presenta una denuncia. Poi va anche a scuola e in Comune, per far conoscere a tutti l’accaduto. Chiede che siano presi provvedimenti, ma tutti paiono scaricare ad altri la patata bollente.
La scuola spiega che i fatti sono avvenuti fuori dall’orario scolastico e fuori dall’edificio: che si rivolgano all’autista dello scuolabus. Questi, giustamente, ribatte che non può allo stesso tempo guidare il pullman e controllare cosa succede dietro ai sedili. Alla richiesta di maggiore sicurezza, infine, il Comune risponde di non avere soldi per istituire un servizio di sorveglianza sui pullmini: la soluzione, però, potrebbe essere l’introduzione dei “nonni vigili”, come accade anche in altre città. “Stiamo già cercando volontari”, dicono.
Intanto la mamma di Giulia commenta affranta: “Sono sempre di più i genitori che portano a scuola i figli in auto, per evitare loro un viaggio in bus insieme ai bulletti. Ma io non voglio dargliela vinta”. (da il settimanale Il novese)