Sul piano regolatore, ricorso straordinario al Capo dello Stato
Un piano regolatore, quello di Gavi, che continua a far discutere e a non piacere all'opposizione e alle associazioni pro ambiente. E così, si arriva alla presentazione di un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che dovrà rilevare alcune possibili violazioni di legge, evidenziate dalle associazioni e dai gruppi politici.
Un piano regolatore, quello di Gavi, che continua a far discutere e a non piacere all'opposizione e alle associazioni pro ambiente. E così, si arriva alla presentazione di un ricorso straordinario al Capo dello Stato, che dovrà rilevare alcune possibili violazioni di legge, evidenziate dalle associazioni e dai gruppi politici.
“Non è stata effettuata la Valutazione ambientale strategica (Vas), decisione presa dal Comune nonostante questo studio sia obbligatorio per le varianti che comportano modifiche all’impianto strutturale del Piano Regolatore Generale vigente, come recita la normativa”, spiegano i promotori del ricorso.
Per Gavi, infatti, la Vas non è stata prevista nonostante siano stati pianificati oltre 81 mila metri quadri di superficie residenziale utile lorda di pavimento, compresi gli impattanti interventi di Villa Torlonia, Cheirasca e Monterotondo, e 137 mila metri quadri di nuove aree artigianali e commerciali. A fronte di una volumetria residenziale esistente di 602.484 metri cubi, la nuova volumetria sarà di 245.817 metri cubi.
“A Gavi, inoltre, si costruiranno nuovi borghi, come nelle tre località citate, nonostante il Piano territoriale regionale contrasti questa tendenza. Dubbi inoltre sul calcolo delle aree per attrezzature e servizi negli insediamenti residenziali, sulla correttezza del calcolo e della “articolazione” della capacità insediativa residenziale teorica e sulla presenza delle cosiddette Zone Speciali; quest´ultime creano disparità di trattamento tra i cittadini che, pur disponendo di aree poste nelle medesime condizioni, si trovano nella impossibilità di costruire”.
Le associazioni e i consiglieri di opposizione hanno, infine, rilevato la mancata consegna, da parte del Comune, della documentazione della variante. “Aumentare la volumetria residenziale di un paese di oltre un terzo è un’azione imprudente e delicata – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Dopo decenni in cui si è consumato suolo naturale a favore di nuove costruzioni è bene ora tirare il freno, favorendo piuttosto le ristrutturazioni. Guardando oltre ai confini del singolo paese, è necessario fare le dovute valutazioni degli insediamenti esistenti, andando a costruire solo ed esclusivamente se necessario e in superfici già compromesse. E’ impensabile continuare a costruire su terreni che ci invidia tutto il mondo, compromettendo l’ambiente naturale e il paesaggio con scelte scellerate e purtroppo irreversibili”.
Secondo Progetto Ambiente, questo nuovo piano regolatore costituisce una minaccia per l’integrità paesaggistica di Gavi che, per la sua collocazione e la sua bellezza, meriterebbe scelte più rispettose dell’ambiente: “Il Comune ha respinto le nostre prime osservazioni sulla variante e non ci pare neppure abbia brillato in trasparenza, dal momento che non abbiamo visto pubblicato il documento sul sito internet dell´amministrazione comunale e non siamo riusciti ad averne copia. A questo punto, l’unica strada rimasta è quella di chiedere la verifica del rispetto della legalità”, concludono dalle associazioni.
“Non siano assolutamente contrari – aggiungono i consiglieri Destro e Barisone – a che i gaviesi possano costruire per i loro figli, come aveva dichiarato il sindaco Nicoletta Albano annunciando la variante. In realtà, sono sempre i soliti noti a costruire a Gavi e i maxi insediamenti previsti hanno tolto cubature ai singoli cittadini. Tutto ciò va fatto, oltretutto, nel rispetto della legge e dell´ambiente. Ricordiamo, tra l´altro, che questa variante è stata approvata a meno di due giorni dalle elezioni comunali di maggio, nonostante la normativa impedisca atti del genere”.