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Arecco e il nome segreto delle cose
Dal 15 dicembre alla Welink di Torino, l'artista (e avvocato) gaviese mette a confronto, attraverso la mostra "Il nome segreto delle cose", due concezioni dell'arte
Dal 15 dicembre alla Welink di Torino, l'artista (e avvocato) gaviese mette a confronto, attraverso la mostra "Il nome segreto delle cose", due concezioni dell'arte
L’artista (e avvocato) gaviese Francesco Arecco sarà protagonista all’inaugurazione de “Il nome segreto delle cose”, una mostra che mette a confronto due concezioni dell’arte, in occasione dell’inaugurazione di un luogo del sapere e del lavoro. Insieme a Giancarlo Soldi, Arecco sarà giovedì 15 dicembre (alle 17) all’apertura della nuova sede di Welink (corso Moncalieri 203).
L’inaugurazione della nuova sede di una società di servizi alle imprese che svolge anche attività formativa – in una ex fabbrica di aromi alimentari ristrutturata nello stile di una scuola elementare – è occasione per ospitare il lavoro di due artisti che del sapere, e prima ancora del cercare, fanno la loro primaria fonte di
ispirazione. Come nell’allestimento del nuovo centro, così anche nelle opere esposte la semplicità è fondamentale. Si dice in ambienti matematici che tutto possa essere spiegato in parole semplici, se non per incapacità o malafede; e proprio il tema della semplicità è alla base del lavoro di Francesco Arecco e Giancarlo Soldi. Soldi e Arecco giocano – perché non lo si nasconde: pur serissimi, si divertono – a scoprire il senso vero, l’unico che valga la pena cercare, delle cose. Quello legato al loro nome. E producono cose.
La mostra è curata da Kevin McManus e rimarrà aperta fino al 20 gennaio, su richiesta (011 5360303), dal lunedì al venerdì.
L’inaugurazione della nuova sede di una società di servizi alle imprese che svolge anche attività formativa – in una ex fabbrica di aromi alimentari ristrutturata nello stile di una scuola elementare – è occasione per ospitare il lavoro di due artisti che del sapere, e prima ancora del cercare, fanno la loro primaria fonte di
ispirazione. Come nell’allestimento del nuovo centro, così anche nelle opere esposte la semplicità è fondamentale. Si dice in ambienti matematici che tutto possa essere spiegato in parole semplici, se non per incapacità o malafede; e proprio il tema della semplicità è alla base del lavoro di Francesco Arecco e Giancarlo Soldi. Soldi e Arecco giocano – perché non lo si nasconde: pur serissimi, si divertono – a scoprire il senso vero, l’unico che valga la pena cercare, delle cose. Quello legato al loro nome. E producono cose.
La mostra è curata da Kevin McManus e rimarrà aperta fino al 20 gennaio, su richiesta (011 5360303), dal lunedì al venerdì.