Una petizione per “salvare” l’ippodromo
Sta girando per il web ed in particolare su Facebook, la petizione per "salvare" l'ippodromo Romanengo di Novi, che da qualche mese è fermo per questioni legali tra il proprietario e il gestore, che dovrà lasciare definitivamente la struttura entro fine anno. La raccolta firme per chiedere che l'area non venga dimenticata dalle istituzioni.
Sta girando per il web ed in particolare su Facebook, la petizione per "salvare" l'ippodromo Romanengo di Novi, che da qualche mese è fermo per questioni legali tra il proprietario e il gestore, che dovrà lasciare definitivamente la struttura entro fine anno. La raccolta firme per chiedere che l'area non venga dimenticata dalle istituzioni.
“Lo scopo, del quale certamente mi faccio promotore, è quello di far continuare a vivere l’ippodromo, attraverso lo svolgimento delle sue attività sportive e degli eventi aperti al pubblico. Essendo il proprietario ho dato risonanza all’iniziativa, ma ripeto che non è partita da me, e questo progetto non mi allonta certo dalle questioni legali”, continua Ricci. L’ippodromo ha, infatti, portato il proprietario – Claudio Ricci, appunto – e il gestore Franco Garombo – più volte in tribunale per vicende legate alla gestione dell’attività. E la vicenda non è per nulla finita, anche ora che l’attività è ferma: “Per quanto mi riguarda continuerò per vie legali contro la gestione precedente, che non solo non ha rispettato il contratto di locazione per quel che riguarda la manutenzione dello stabile, ma ha causato danni continui alla struttura”.
Gli organizzatori della raccolta firme hanno paura che, a causa delle questioni legali ancora in piedi, l’impianto rischi di cadere in decadenza, prima di essere nuovamente agibile, soprattutto per quel che riguarda il terreno messo sotto sequestro a causa della presunta presenza di amianto. Accanto alla struttura principale esiste, infatti, un fossato che qualche mese fa è finito al centro della cronaca a causa di alcuni rifiuti e pannelli abbandonati, a contatto con l’ambiente e le persone, che potrebbero contenere amianto. E su questo punto Ricci aggiunge: “Già nel 2008 avevo segnalato il problema, ma le istiutuzioni si sono disinteressate della questione. All’epoca avevo avvisato anche l’Asl”.
Questa non è però l’unica questione aperta tra il gestore e il proprietario: la bagarre va avanti, infatti, da diversi anni e negli ultimi mesi sono state diverse le denunce. Ad agosto si era sfiorata anche la rissa tra Ricci e Garombo: i pagamenti dell’affitto; la gestione delle corse e poi le strutture malcurate. Queste le questioni che nei mesi scorsi avevano portato i due ad alzare i toni e a ricorrere a diverse denunce: “Ricci si metta in testa che non lascerò il Romanengo prima del 31 dicembre prossimo e mi porterò via tutto quello che per contratto mi appartiene. Persino le staccionate”, aveva detto il gestore a fine estate, quando era partita anche una denuncia per “violazione di domicilio”, alla quale Ricci aveva risposto accusando Garombo di un presunto investimento d’auto, circostanza sempre negata dal veterinario che ha gestito la struttura.
Ma queste sono “soltanto” questioni legali e personali, che ora anche Ricci ha messo in mano ai propri avvocati. Ciò che, invece, interessa gli organizzatori della raccolta firme è il futuro della struttura, e dal successo che il documento sta avendo sul web, sembra che siano in molti a tenere all’ippodromo Romanengo.
Intanto, da gennaio inizierà una nuova gestione da parte di una società che cercherà di mettere in piedi un maneggio e una scuola di equitazione. Si parla anche dell’ippodromo come di un centro sportivo polifunzionale, capace di ospitare varie manifestazioni, ma si tratta ancora di progetti in cantiere.