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Truffe farmacia, l’inchiesta si allarga
Prosegue su diversi fronti l'indagine sulle truffe in farmacia smascherata da un'inchiesta de Le Iene. Oltre all'ipotesi di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale si indaga anche sulla preparazione dei farmaci galenici e sulla possibile complicità di sei medici
Prosegue su diversi fronti l'indagine sulle truffe in farmacia smascherata da un'inchiesta de Le Iene. Oltre all'ipotesi di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale si indaga anche sulla preparazione dei farmaci galenici e sulla possibile complicità di sei medici
Potrebbe ammontare a circa 100 mila euro all’anno il danno causato dalla pratica del “defustellamento” dei farmaci alla farmacia dell’ospedale di Novi Ligure, ma c’è chi sostiene che la cifra potrebbe essere ben superiore. Le indagini dei Nas di Alessandria, sotto la direzione del comandante Giraudo, proseguono serrate su più fronti: si cerca di capire l’ammontare del “giro” di ricette su cui la farmacia chiedeva rimborsi non dovuti sui farmaci mai consegnati ai pazienti; se la pratica era in uso in altre farmacie, come ha lasciato intendere la figlia della titolare in un passaggio delle riprese nascoste effettuate dalle iene; se i medici di base, alcuni citati dalla stessa farmacista e già incontrati dai collaboratori de Le iene, erano a conoscenza del “trucco” e, se sì, quale fosse il loro grado di coinvolgimento. Sono sei i nominativi di medici su cui stanno proseguendo i controlli ma la loro corresponsabilità eventuale è ancora tutta da dimostrare tanto che, al momento, nessuno risulta iscritto nel registro degli indagati.
Nelle prossime settimane saranno passate al vaglio circa 70 mila ricette consegnate nel corso del 2011 dalla farmacia dell’ospedale al servizio sanitario, attraverso l’Asl di Novi Ligure. Sono circa 3.500 i nominativi dei pazienti che potrebbero essere chiamati a ricostruire la “storia” delle ricette per accertare che i quantitativi prescritti siano stati effettivamente consegnati ai pazienti.
Ma si cerca soprattutto di capire se la preparazione dei farmaci galenici (quelli confezionati nel retro dell’esercizio commerciale di viale Saffi su prescrizioni mediche) sono stati realizzati correttamente e, in caso contrario, se potrebbero aver provocato malori o danni ai pazienti. Sarebbe quella relativa all’articolo 443 del codice penale (commercio di farmaci guasti o imperfetti) l’accusa più grave dai cui le farmaciste dovrebbero eventualmente difendersi. I Nas stanno raccogliendo le testimonianze e i campioni di medicinali dei clienti della farmacia al fine di sottoporli ad analisi e invitano i pazienti che ne fanno uso a consegnare eventuali campioni. Un lavoro di indagine che potrebbe durare mesi e dagli esiti ancora incerti.
Il commissario dell’Asl Mario Pasino ha anticipato che l’azienda sanitaria è pronta “a costituirsi parte civile” nel caso in cui venga istituito il processo e che, in ogni caso, “nessun indagato è colpevole fino al terzo grado di giudizio”. Sul coinvolgimento dei medici, Pasino assicura che saranno effettuali controlli e “saranno presi i provvedimenti che i legali riterranno opportuni”.
Nelle prossime settimane saranno passate al vaglio circa 70 mila ricette consegnate nel corso del 2011 dalla farmacia dell’ospedale al servizio sanitario, attraverso l’Asl di Novi Ligure. Sono circa 3.500 i nominativi dei pazienti che potrebbero essere chiamati a ricostruire la “storia” delle ricette per accertare che i quantitativi prescritti siano stati effettivamente consegnati ai pazienti.
Ma si cerca soprattutto di capire se la preparazione dei farmaci galenici (quelli confezionati nel retro dell’esercizio commerciale di viale Saffi su prescrizioni mediche) sono stati realizzati correttamente e, in caso contrario, se potrebbero aver provocato malori o danni ai pazienti. Sarebbe quella relativa all’articolo 443 del codice penale (commercio di farmaci guasti o imperfetti) l’accusa più grave dai cui le farmaciste dovrebbero eventualmente difendersi. I Nas stanno raccogliendo le testimonianze e i campioni di medicinali dei clienti della farmacia al fine di sottoporli ad analisi e invitano i pazienti che ne fanno uso a consegnare eventuali campioni. Un lavoro di indagine che potrebbe durare mesi e dagli esiti ancora incerti.
Il commissario dell’Asl Mario Pasino ha anticipato che l’azienda sanitaria è pronta “a costituirsi parte civile” nel caso in cui venga istituito il processo e che, in ogni caso, “nessun indagato è colpevole fino al terzo grado di giudizio”. Sul coinvolgimento dei medici, Pasino assicura che saranno effettuali controlli e “saranno presi i provvedimenti che i legali riterranno opportuni”.