Giudice di pace, una lettera al Ministro per salvare gli uffici di Novi e Serravalle
A Novi e Serravalle potrebbe sparire il Giudice di Pace e i Comuni decidono di scrivere al Ministero della Giustizia, per cercare di salvare almeno gli uffici a Novi, dove il lavoro certo non manca. Così Robbiano e Molinari invieranno una lettera per cercare di evitare la soppressione e il trasferimento delle pratiche ad Alessandria.
A Novi e Serravalle potrebbe sparire il Giudice di Pace e i Comuni decidono di scrivere al Ministero della Giustizia, per cercare di salvare almeno gli uffici a Novi, dove il lavoro certo non manca. Così Robbiano e Molinari invieranno una lettera per cercare di evitare la soppressione e il trasferimento delle pratiche ad Alessandria.
Per evitare quindi la soppressione, i sindaci di Novi e Serravalle, Lorenzo Robbiano, e Antonio Molinari, hanno intenzione di inviare al Ministero di Grazia e Giustizia e alle Commissioni competenti di Camera e Senato la richiesta che sia mantenuta almeno la sede del Giudice di Pace di Novi, affinché non venga perso un importante punto di riferimento giudiziario a servizio di un bacino di utenza complessivo di circa 90 mila abitanti.
La forbice del governo ha fissato in 568 pratiche all’anno il limite di sopravvivenza e Novi, con il giudice Mario Sitragna, di Casale, non ci arriva per poco: 557 nel 2011, solo nove pratiche da quanto richiesto. Discorso diverso per Serravalle dove la media delle pratiche è, invece, di 300.
Gli uffici di Novi e Serravalle, se non sarà tenuta in considerazione la richiesta dei sindaci, saranno accorpati alla sede centrale del Tribunale di Alessandria. L’obiettivo è recuperare risorse sia di giudici sia di personale amministrativo da destinare alla sede accorpata. Nel caso di Novi e Serravalle il bacino di utenza è molto vasto e se davvero il Giudice di Pace scomparisse significherebbe per chi, ad esempio, vive in Alta Val Borbera percorrere un centinaio di chilometri per arrivare ad Alessandria.
Il decreto, però, prevede che tali uffici possano rimanere in vita se i Comuni, sede di Giudice di Pace, si dichiareranno pronti ad accollarsi l’onere del loro mantenimento, cioè l’affitto dei locali, il riscaldamento e lo stipendio del personale amministrativo. A carico dello Stato rimarrebbero solamente i magistrati, ma si tratta di una condizione troppo onerosa per gli enti locali, in un momento di difficoltà come quello attuale.