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Kme, sciopero prorogato per altre 4 ore
Rinnovo dei contratti di solidarietà, spostamento della produzione dei tubi industriale, dispobilità a "ridurre il numero" degli esuberi è la cura proposta dalla Kme di Serravalle Scrivia. I sindacti rispondono proclmando 8 ore di sciopero
Rinnovo dei contratti di solidarietà, spostamento della produzione dei tubi industriale, dispobilità a "ridurre il numero" degli esuberi è la cura proposta dalla Kme di Serravalle Scrivia. I sindacti rispondono proclmando 8 ore di sciopero
15:00 Altre quattro ore di sciopero
Si fa più tesa la situazione nei rapporti tra i sindacati e la Kme di Serravalle Scrivia. Questa mattina l’azienda aveva convocato un’assemblea del personale “senza però avvisare le Rsu”, dicono i rappresentanti sindacali, i quali hanno deciso di allungare ad 8 ore lo sciopero già proclamato proprio per la mattinata di oggi. Fiom Cgil e Fim Cisl tornano a chiedere di “stralciare la partita degli esuberi dalla trattativa”. Solo a quel punto sono pronti a riaprire il dialogo che “si è interrotto non per nostra volontà”. I sindacati temono che la scelta aziendale di trasferire un’intera area di produzione (i tubi industriali) “possa rivelarsi sbagliata” poichè priverebbe lo stabilimento di un’alternativa. “Kme, che fa parte di un gruppo internazionale, ha intenzione di investire 10 milioni di euro negli stabilimenti francesi, e solo 3 milioni e mezzo a Serravalle. E’ una situazione che ci preoccupa”, dicono.
Si fa più tesa la situazione nei rapporti tra i sindacati e la Kme di Serravalle Scrivia. Questa mattina l’azienda aveva convocato un’assemblea del personale “senza però avvisare le Rsu”, dicono i rappresentanti sindacali, i quali hanno deciso di allungare ad 8 ore lo sciopero già proclamato proprio per la mattinata di oggi. Fiom Cgil e Fim Cisl tornano a chiedere di “stralciare la partita degli esuberi dalla trattativa”. Solo a quel punto sono pronti a riaprire il dialogo che “si è interrotto non per nostra volontà”. I sindacati temono che la scelta aziendale di trasferire un’intera area di produzione (i tubi industriali) “possa rivelarsi sbagliata” poichè priverebbe lo stabilimento di un’alternativa. “Kme, che fa parte di un gruppo internazionale, ha intenzione di investire 10 milioni di euro negli stabilimenti francesi, e solo 3 milioni e mezzo a Serravalle. E’ una situazione che ci preoccupa”, dicono.
Trasferimento delle produzioni di tubi industriali ma un incremento della materia prima lavorata per tubi sanitari e disponibilità a trattare sui 60 esuberi. E’ la proposta della Kme relativa al piano di risanamento che l’azienda intende portare avanti. “Sciopero di 4 ore” è la risposta dei sindacati che questa mattina incroceranno le braccia. Rischia di finire “muro contro muro” trattativa aperta dalla fine dello scorso anno tra il gruppo metalmeccanico e i sindacati.
In una nota, la dirigenza parla di “peggioramento del mercato” ed avanza quindi la proposta di un “progetto di salvataggio e di rilancio del reparto tubi di Serravalle articolato su diversi aspetti: spostamento a Serravalle di 10.000 tonnellate -con il raddoppio dei tubi destinati all’uso domestico (acqua, gas)- di un prodotto di maggior valore aggiunto; spostamento in altri siti della produzioni dei tubi industriali -oggi non più sostenibile a Serravalle; azioni per il miglioramento della produttività, con la revisione della gestione delle pause, conseguente continuità del lavoro delle macchine; incremento della flessibilità attraverso un nuovo metodo di gestione degli straordinari per il futuro.”
Relativamente ai 60 esuberi c’è però la possibilità di ridurne il numero e “la disponibilità nell’immediato ad accedere alla mobilità per i volontari soltanto ed all’utilizzo del contratto di solidarietà per un anno”.
Sullo sciopero proclamato oggi, per Kme “mette a rischio l’attuazione del piano di rilancio che rappresenta un eccellente opportunità per lo stabilimento di Serravalle”.
I sindacati lo scorso dicembre proponevano un piano di risanamento “stralciando” però la partita degli esuberi ed altre proposte che non sarebbero state, però, accettate