“Salvaguardiamo l’ospedale di Novi”
Un documento per salvaguardare l'ospedale "San Giacomo" di Novi è stato approvato dalla giunta. L'amministrazione vuole dare un segno tangibile alla Regione affinché venga tutelato il presidio ospedaliero novese con le sue eccellenze
Un documento per salvaguardare l'ospedale "San Giacomo" di Novi è stato approvato dalla giunta. L'amministrazione vuole dare un segno tangibile alla Regione affinché venga tutelato il presidio ospedaliero novese con le sue eccellenze
Il nosocomio novese, come è emerso da tempo, dalla bozza del piano socio – sanitario, è stato accorpato a quello di Tortona. “Non vorrei che dietro questa “mossa”- dice il sindaco Lorenzo Robbiano – possa tornare in auge il progetto dell’ospedale unico a Rivalta Scrivia” (come si ricorderà una decina di anni fa era stato proposto un progetto per la realizzazione di un ospedale di alto livello fra i due centri zona, ndr).
Il dottor Corrado Rendo, direttore sanitario dell’Asl Al e il dottor Vittorio Demicheli, ex responsabile dell’assessorato alla sanità di Torino e oggi responsabile del servizio sovrazzonale di epidemiologia dell’Asl Al, intervenuti alla commissione consiliare sanità, hanno dichiarato che certamente quel progetto non è fattibile soprattutto per la mancanza di fondi. Durante la commissione, intanto, il capogruppo del Pdl, Federico Tuo ha sollevato la questione dei punti nascita: in questi giorni, Tortona si sta mobilitando perché teme che tale servizio venga soppresso in favore di Novi. Secondo i medici di famiglia di Tortona aderenti alla Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) si costringeranno i tortonesi ad emigrare all’ospedale di Voghera, più comodo e vicino rispetto a quello di Novi. Secondo la bozza del piano bisogna razionalizzare i punti nascita che, per sopravvivere, devono contare su almeno 500 parti all’anno. Novi è comunque dentro tale parametro, ma la mobilitazione che si sta sviluppando a Tortona potrebbe indurre la Giunta Cota a fornire indicazioni differenti.
“Noi – sottolinea Tuo che, oltre che consigliere comunale, è ginecologo presso il San Giacomo – non facciamo barricate. Noi crediamo che, prima di essere assunta qualsivoglia decisione, si valutino il lavoro svolto, la struttura che, oggi, è certamente all’avanguardia (il reparto di ostetricia- ginecologia è stato completamente ristrutturato ed ingrandito) e l’assistenza fornita. Questi sono i nostri cavalli di battaglia”.
Se da un lato il piano socio -sanitario non è ancora stilato, mancano ancora all’appello discussioni di emendamenti e l’ulteriore confronto con le realtà locali, dall’altro le preoccupazioni da parte dell’amministrazione comunale, ed in particolare dell’assessore agli affari sociali e sanità Felicia Broda aumentano ed in particolare in riferimento ai tagli relativi alle strutture sanitarie che devono accogliere i pazienti dopo il ricovero ospedaliero. “Abbiamo una lista di attesa – dice Broda – di 250 persone. Questi novesi chiedono assistenza che, purtroppo, ad oggi non arriva. Inoltre le persone ricoverate nelle strutture come quella presente in città in salita Bricchetta , rischiano di non avere più la copertura finanziaria da parte dell’Asl. Già oggi nella maggior parte dei casi paga la quota alla struttura solamente il Csp (Consorzio servizi alla persona)”.
A sollevare la questione è stata Maria Rosa Porta, presidente del consiglio comunale: “Siamo in una situazione grave. Non viene garantita l’assistenza ai malati usciti dall’ospedale i quali ne hanno assolutamente bisogno”. In sostanza l’Asl non sta più pagando la quota per la riabilitazione nella Residenza sanitaria novese. E il piano di rientro prevede altri tagli e tali tagli sono stati fatti ad oggi dove, si ritiene, possano portare meno disguidi e disservizi, purtroppo, all’interno di tale razionalizzazione ci sono le rette relative agli inserimenti in struttura.