Imu: tutti i Comuni del novese
Un'identikit della nuova tassa sugli immobili, l'Imu, e delle scelte delle amministrazioni comunali del territorio novese sul conteggio delle aliquote a partire dal mese di dicembre 2012
Un'identikit della nuova tassa sugli immobili, l'Imu, e delle scelte delle amministrazioni comunali del territorio novese sul conteggio delle aliquote a partire dal mese di dicembre 2012
L’identikit della tassa più odiata
Più di sette italiani su dieci abitano in una casa di proprietà, per la precisione il 71,1 per cento. Sarà anche per questo (e perché è difficile da evadere) che l’Ici prima, e l’Imu ora, sia tra le imposte più odiate. Il governo ha fissato l’aliquota ordinaria dell’Imu sull’abitazione principale al 4 per mille, con la possibilità, per i Comuni, di alzarla o abbassarla di due punti (quindi si va dal 2 al 6 per mille). In più è prevista una detrazione pari a 200 euro, che aumenta di 50 euro (fino a un massimo di 600) per ogni figlio minore di 27 anni e convivente.
Per tutti gli altri immobili (seconde case, uffici, negozi, laboratori), l’aliquota standard è del 7,6 per mille, con un’oscillazione massima di tre punti (quindi i Comuni possono fissarla tra il 4,6 e il 10,6 per mille).
Ci sono poi alcuni casi particolari: ad esempio per le case affittate il Comune può abbassare l’Imu fino al 4 per mille.
In certe situazioni, però, più che l’inasprimento dell’aliquota conta la rivalutazione della rendita catastale. Mentre con l’Ici, per abitazioni e box, la base imponibile si calcolava moltiplicando la rendita catastale per 105, con l’Imu bisognerà moltiplicare per 168: il 60 per cento in più. Per gli uffici e i laboratori la rendita si moltiplicava per 52,5, oggi per 84. La rendita catastale dei negozi era moltiplicata per 35,7 con l’Ici, per 57,75 con l’Imu. Fin qui i problemi per i cittadini, ma anche i Comuni hanno le loro gatte da pelare. I soldi ottenuti dall’Imu sulle prime case infatti finiranno integralmente nelle casse comunali, ma la metà di tutto il resto (seconde case, uffici, negozi e così via) prenderà la via di Roma.
Dopo mesi di calcoli serrati, il Comune di Novi è pronto per presentare ai cittadini il prossimo bilancio che sarà discusso in consiglio comunale. La parte più importante riguarda la manovra fiscale. «Aumentando di 2 punti l’Imu riferita alle seconde case e agli altri fabbricati – spiega l’assessore alle politiche finanziarie, Germano Marubbi – riusciamo ad applicare significative riduzioni. Per quanto concerne le prime case dal 4 al 3,8 per mille; per le pertinenze agricole dal 2 all’1 per mille e per i terreni agricoli dal 7,6 al 6,6 per mille. Inoltre, per le case affittate a canone calmierato, l’Imu passerà dal 7,6 al 5,6 per mille. Con questa manovra avremo un gettito di 1,6 milioni più alto rispetto alle aliquote base dell’Imu». Secondo la relazione di bilancio appena predisposta dall’assessore, un milione di euro sarà utilizzato per effettuare una manovra sull’addizionale Irpef. L’addizionale sarà azzerata per i redditi sino a 28 mila euro lordi annui (in precedenza era il 5 per mille) e sarà ridotta dal 5 al 3 per mille per i redditi tra 28 mila e 55 mila euro, ma sarà aumentata per i redditi più alti.
«In questo modo – prosegue Marubbi – restituiamo oltre 1 milione e 300 mila euro a chi ha redditi sino a 55 mila euro. Se sommiamo a questo la riduzione dell’Imu sulle prime case, spostiamo circa 1 milione e 500 mila euro di carico fiscale dai redditi medio-bassi ai patrimoni e ai redditi più alti».
Ovada: stangata senza precedenti
Una stangata del genere, in tanti anni di amministrazione, giura di non averla mai vista. Il sindaco Andrea Oddone racconta d’aver chiesto ai suoi assessori di passare in revisione i 41 centri di costo del Comune: «Ma non possiamo risparmiare un milione di euro – spiega – O vendiamo qualche immobile, oppure per i prossimi anni le risorse saranno azzerate». Da qui ai numeri il passo è breve. La parte del leone la fa l’Imposta Municipale Unica che, rispetto all’Ici, fa pagare molto di più ai possessori degli immobili ma trasferisce allo Stato la metà delle risorse. Un esempio: applicando l’aliquota al 5,50 per mille a una prima casa con rendita catastale 500 euro l’imposta dovuta passerebbe da 185,46 a 262 euro. Per un capannone con rendita di 15 mila euro si passa da 4.725 a 7.182 euro. Di questa cifra lo Stato incassa la metà: quindi il contribuente paga il 52% in più, il Comune incassa il 30% in meno. Per questo motivo dalle casse di Palazzo Delfino, con le aliquote base, in un anno mancherebbero 460 mila euro. A essi vanno aggiunti il taglio imposto dal primo “decreto Monti” di 265 mila euro, il taglio dell’addizionale Irpef di 80 mila euro, un ammanco di 115 mila euro sulla compensazione dalla vecchia Ici. Il totale è di 660 mila euro con quello che già è mancato l’anno scorso. «Lo dobbiamo spiegare alle persone e alle associazioni prima di prendere una decisione finale sulle aliquote. E dire che ci fermano per strada dicendoci che ora siamo a posto». Per questo ci sarà la commissione bilancio, poi gli incontri con le associazioni e torneranno anche le assemblee di quartiere il 16, 17 e 18 aprile, in cui sindaco stesso e assessori proveranno a illustrare ai cittadini la realtà. «A tutto questo – conclude Oddone – va aggiunta la minor possibilità di contrarre mutui». Nel 2014 l’asticella dell’indebitamento sarà posta al 4%. Attualmente Ovada sta al 6,2%. Questo significa uno stop agli investimenti per opere pubbliche, fatto salvo quanto è già stato finanziato. Chiudere il bilancio di previsione entro maggio sarà un’impresa.
Pozzolo: bilancio in alto mare
Ufficio Ragioneria al lavoro anche a Pozzolo, dove il Comune sta provvedendo in questi giorni alla stesura e all’approvazione del regolamento per l’Imu, ma si tratta di una procedura ancora lunga. L’assessore al bilancio Giovanni Demarco spiega, infatti, che in questi momento l’ente non è ancora in grado di determinare i valori che verranno applicati: «Stiamo verificando le aliquote, ma il lavoro sarà ancora lungo. Faremo una riunione di giunta a breve, ma per l’approvazione del bilancio di quest’anno in consiglio comunale ci vorrà ancora un po’. Nella migliore delle ipotesi il documento potrebbe essere discusso a maggio». De Marco spiega quindi che la difficoltà maggiore è trovare un compromesso: «Stiamo cercando di capire qual è l’aliquota adeguata, in modo da non gravare troppo sulle tasche dai cittadini, senza, però, mettere in ginocchio il Comune. Una parte molto consistente della cifra andrà, infatti, in ogni caso allo Stato e questo rischia di danneggiare soprattutto i piccoli Comuni come il nostro. L’unica soluzione può essere quella di alzare le aliquote, ma in questo modo saranno i cittadini a rimetterci. Per questo la decisione è difficile». Resta in alto mare anche il discorso sull’addizionale comunale Irpef: «Non credo vi saranno grosse variazione in questo senso, ma ora ci stiamo concentrando sull’Imu. Dopo penseremo anche all’Irpef», conclude l’assessore al Bilancio.
Serravalle: deciderà la nuova giunta
Anche se per ragioni diverse, Arquata e Serravalle non hanno ancora preso decisioni sull’Imu. «L’unica reale possibilità d’intervento del Comune starà nel “fare i conti” per fissare aliquote proporzionate ma non troppo gravose – dicono da Arquata – Purtroppo non sarà più possibile esentare dall’imposta edifici che in passato non pagavano l’Ici, come certi rustici inabitabili e le costruzioni in rovina».
A Serravalle invece pesa l’incertezza data dalle elezioni comunali del 6 e 7 maggio prossimi. «Ci è sembrato corretto non prendere decisioni definitive sulle aliquote, visto che tra poche settimane sarà eletto un nuovo consiglio e una nuova giunta – afferma l’assessore al bilancio Claudio Barbieri – Approveremo un bilancio tecnicamente corretto, ma da rivedere sul fronte delle entrate, anche perché ci sembra giusto che la squadra del nuovo sindaco possa operare senza condizionamenti. Un’unica certezza: l’aliquota sulla prima casa che sarà fissata al 4 per mille con la detrazione standard di 200 euro».
Basaluzzo: aliquote standard
Basaluzzo porterà stasera, giovedì 29 marzo, in consiglio comunale il bilancio di previsione insieme alle aliquote dell’Imu. È probabilmente uno dei primi Comuni ad approvare la nuova tassa. «Abbiamo lasciato tutto come ha indicato il governo – spiega il sindaco Gianfranco Ludovici – cioè aliquote del 4 per mille sulla prima casa e del 7,6 sulla seconda. Lo stesso dicasi per terreni agricoli e altre categorie di immobili. In base alle proiezioni effettuate dovremmo essere a posto dal punto di vista dei conti con queste cifre. In caso contrario, il prossimo anno faremo gli adeguamenti necessari».
Gavi: se ne parla a giugno
Ancora nessun dato invece da Gavi. Spiegano dal Comune: «Non è stata ancora scelta nessuna aliquota. Abbiamo tempo fino a giugno e per questo vogliamo essere certi nei calcoli». Gavi ha un’addizionale comunale Irpef dello 0,7%, una delle più elevate in val Lemme.
Borghetto e Vignole nell’incertezza
In val Borbera, anche i due Comuni più popolosi navigano ancora nell’incertezza. Enrico Bussalino, sindaco di Borghetto, dice: «I timori riguardano l’entità dei tagli ai trasferimenti statali e il regolamento dell’Imu tutt’altro che chiaro. Non vogliamo correre il rischio di dover stabilire aliquote elevate della nuova tassa oppure di dover tagliare i servizi quali lo scuolabus e gli insegnanti. Oltretutto, questa situazione di incertezza non ci permette di approvare il bilancio di previsione e proprio a causa di questa fase transitoria i fondi a disposizione del Comune sono davvero ridotti». Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Vignole, Giuseppe Teti: «Lo Stato finora ci ha comunicato che ci darà il 75% dei trasferimenti del 2010 ma non è chiaro del tutto se anche il restante 25% arriverà o meno. La confusione quindi è grande. Sull’Imu, poi, anche se applichiamo aliquote più basse rispetto al 4 e al 7,6 per mille, da Roma si prendono comunque il 50% calcolato sull’aliquota indicata dal governo. Di positivo, almeno per i cittadini, c’è che sulla prima casa, grazie alle detrazioni per i figli e per la famiglia, si pagherà ben poco di poco di Imu. Al Comune, però, in questo modo non arriverà nulla. Punteremo comunque a lasciare l’aliquota sulla prima casa al 4 per mille». A Vignole l’addizionale Irpef è allo 0,8%, il massimo di legge.
Hanno collaborato Giampiero Carbone, Patrizia Ferrando, Gino Fortunato, Lisa Lanzone, Edoardo Schettino.