Pane a chilometri zero, conclusa la fase di sperimentazione
Da pochi giorni è disponibile il pane a chilometro zero, che terminata la fase di sperimentazione, in tutta la provincia, verrà riconosciuto attraverso un marchio di qualità, che contraddistinguerà i panificatori che utilizzeranno farine autoctone per la preparazione di alcuni tipi di pane. In attesa la definizione di un disciplinare
Da pochi giorni è disponibile il pane a chilometro zero, che terminata la fase di sperimentazione, in tutta la provincia, verrà riconosciuto attraverso un marchio di qualità, che contraddistinguerà i panificatori che utilizzeranno farine autoctone per la preparazione di alcuni tipi di pane. In attesa la definizione di un disciplinare
“La nostra è una risposta al pane industriale o prodotto nell’Europa dell’Est, presentato al consumatore come “pane fresco” – spiega Roberto Actis, presidente dei panificatori artigiani della provincia di Alessandria – Oggi il pane viene prodotto soltanto con la base dei grani della nostra zona. Viene infatti “rinforzato” con grani di qualità superiore provenienti dall’estero, dal nord America e dall’Australia. Da noi questi grani non crescono per motivi climatici e per la tipologia del terreno. Adesso però con la nostra iniziativa, vorremmo rivalutare il lavoro artigianale di un prodotto di qualità, esattamente come si faceva un tempo. Il nostro grano, per le sue caratteristiche, non permette la produzione di pane speciale che continueremo comunque a prepararlo come abbiamo sempre fatto. Ad esempio col grano autoctono non si può preparare il “soffiato”, ma faremo il pane all’olio, la foglietta di pasta dura, la papera, i grissini, la focaccia e la pizza”.