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“Una fiaccolata per la sicurezza sul lavoro”
Dopo gli avvisi di garanzia a quattro dirigenti Ilva per l'incidente mortale dell'operaio, Fiom Cgil chiede di porre fine alle polemiche ed è pronta ad organizzare una grande manifestazione per tornare a parlare di sicurezza sul lavoro. Intanto va avanti l'inchiesta. Tra i filoni di indagine, le condizioni di sicurezza del reparto, le caratteristiche del muletto e della rampa priva delle barriere protettive
Dopo gli avvisi di garanzia a quattro dirigenti Ilva per l'incidente mortale dell'operaio, Fiom Cgil chiede di porre fine alle polemiche ed è pronta ad organizzare una grande manifestazione per tornare a parlare di sicurezza sul lavoro. Intanto va avanti l'inchiesta. Tra i filoni di indagine, le condizioni di sicurezza del reparto, le caratteristiche del muletto e della rampa priva delle barriere protettive
In attesa degli sviluppi giudiziari, Fiom Cgil torna a mettere l’accento sulla questione della sicurezza del lavoro. Lo ha fatto a margine del presidio organizzato a Novi, in via Roma (foto in basso), legato alle manifestazioni contro la riforma dell’articolo 18, già passata in Senato e ora in discussione alla Camera dei deputati. Sulla dolorosa vicenda dell’incidente che ha potato alla morte di Salvatore La Rocca, chiedono soltanto che “venga fatta chiarezza e che cessino le strumentalizzazioni che non giovano a nessuno”. Per quanto riguarda il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro annunciano: “Non staremo zitti. – dicono Massimiliano Repetto ed Angelo Paternò – Occorre fare una forte azione di sensibilizzazione verso la società. In fabbrica, oggi, si lavora sotto pressione, per paura di essere licenziati o messi in mobilità, svolgendo lavori per i quali, magari, non si è neppure tecnicamente preparati. E questo non potrà che peggiorare dopo la modifica dell’articolo 18, con la spada di Damocle del licenziamento”. Fiom è intenzionata ad organizzare una manifestazione che dia un forte segnale, “per riportare all’attenzione di tutti, comprese le istituzioni e gli enti preposti al controllo, come Asl e Spresal, che la sicurezza del lavoro non è un tema di cui si può parlare solo dopo che gli incidenti sono già accaduti”.
E’ trascorsa quasi una settimana dall’incidente sul lavoro all’Ilva di Novi, che è costato la vita al capoturno Pasquale La Rocca. E le indagini proseguono: sono, infatti, arrivati quattro avvisi di garanzia ad altrettanti dirigenti dello stabilimento. I nomi, però, non sono ancora stati resi noti dalla procura e dal Pubblico ministero alessandrino, Francesca Rombolà, che coordina l’inchiesta sull’incidente, che è avvenuto nella serata di giovedì scorso. Diversi i filoni che sta seguendo l’inchiesta: il principale riguarda le condizioni di sicurezza nei reparti Finiture e Spedizioni e in particolare nel corridoio di collegamento, dove si è ribaltato il muletto guidato da La Rocca.
Oltre alle responsabilità soggettive, verranno anche valutate le caratteristiche dello stesso carrello elevatore, che sembra non fosse dotato di porte laterali di protezione, e della rampa carrabile situata tra i due reparti, punto del ribaltamento del mezzo, anch’essa priva delle barriere protettive di sicurezza.