Ilva: “si apra una piattaforma rivendicativa per salvare Taranto”
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Lisa Lanzone - novionline@novionline.net  
29 Settembre 2012
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Ilva: “si apra una piattaforma rivendicativa per salvare Taranto”

Resta "calda" la situazione all'Ilva di Taranto, dove ieri i sindacati si sono riuniti in assemblea. E dalla Fiom - anche quella novese - arriva la volontà di aprire una piattaforma rivendicativa per investire davvero sull'azienda e salvare Taranto e l'intero gruppo Ilva.

Resta "calda" la situazione all'Ilva di Taranto, dove ieri i sindacati si sono riuniti in assemblea. E dalla Fiom - anche quella novese - arriva la volontà di aprire una piattaforma rivendicativa per investire davvero sull'azienda e salvare Taranto e l'intero gruppo Ilva.

Soltanto poche centinaia di lavoratori hanno manifestato ieri a Taranto, dove resta critica la situazione dell‘Ilva, dopo la pronuncia del giudice. Lo sciopero di 48 ore è stato, infatti, organizzato dopo il provvedimento del gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che ha deciso di bocciare il piano di risanamento dell’azienda e ha quindi ribadito la necessità di chiudere la produzione.

“Allo sciopero – che in piccolo c’è stato anche a Novi e Genova – hanno aderito soltanto le sigle di Fim e Uilm. Come era stato indicato dalla Fiom, infatti, si è diffusa la convinzione che lo sciopero non vuole essere contro la decisione dei giudici. La protesta ha senso soltanto se fatta per invitare il gruppo Riva ad aprire una piattaforma rivendicativa per  indicare un piano reale di investimenti in grado di salvare l’azienda”, spiega Massimiliano Repetto Rsu Fiom a Novi. “Certo, il blocco c’è stato, ma il tipo di strade intorno allo stabilimento sono facili da bloccare, sono strette e poi i manifestanti erano caldi. I presidi dovrebbero, comunque, finire nella mattinata di oggi”.

L’adesione allo sciopero – soltanto per la giornata di ieri – è stata quindi bassa, ma l’assemblea sindacale, alla quale hanno partecipato anche le Rsu dello stabilimento novese, è stata molto partecipata e ha deciso di portare la proposta della piattaforma rivendicativa tra i lavoratori. Le proposte saranno ora presentate nelle singole assemblee dei lavoratori all’interno degli stabilimenti del gruppo.

Quello dell’Ilva sarà quindi un ottobre “caldo” con nuove mobilitazioni e rivendicazioni, che “devono, però, intendersi non contro la decisione dei giudici, ma come un invito all’azienda a non mettere a rischio i lavoratori, non trascurando la questione ambientale”. La proposta portata avanti dalla Fiom cercherà ora la condivisione anche da parte delle altre sigle sindacali: “Vorremmo che ci fosse unità. Stare dalla parte dei lavoratori significa anche stare dalla parte dell’ambiente”, ha concluso Repetto.

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