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No Tav: “battaglia persa? è nostro dovere provarci”
Nuovo incontro ieri sera nel salone Foral dei comitati No Tav in vista della marcia ancti terzo valico di sabato, tra Serravalle ed Arquata. "Svelate" le proiezioni dell'impatto dell'opera e dei cantieri sulla città
Nuovo incontro ieri sera nel salone Foral dei comitati No Tav in vista della marcia ancti terzo valico di sabato, tra Serravalle ed Arquata. "Svelate" le proiezioni dell'impatto dell'opera e dei cantieri sulla città
NOVI LIGURE – Hanno parlato al cuore, a allo “stomaco”, i “ragazzi” del comitato No Tav che ieri sera hanno organizzato l’ennesima assemblea informativa a Novi. Sul grande schermo alle spalle del relatore, erano proiettate le immagini delle zona di Novi che saranno interessate al passaggio della linea alta velocità Genova – Milano e dai cantieri connessi all’opera da 6 miliardi di euro. Campi e colline oggi verdi che, con i lavori, saranno “devastati dai camion e ruspe”. In un’altra immagine viene evidenziata la diffusione prevedibile delle polveri sottili provenienti dagli scavi nelle aree di cantiere e poi, ancora, le istantanee dalla Val di Susa dove i cantieri sono già stati aperti, anche se i lavori veri e propri non sono ancora iniziati. Si è ritornati a parlare, con l’intervento di due tecnici, di rischio amianto per il trasporto di rocce che contengono le fibre, del rischio di prosciugamento delle falde che nel territorio novese sono ad una profondità di 3 o 4 metri. E del rischio del fenomeno di subsidenza, ossia che l’impoverimento della falda possa provocare un abbassamento del terreno.
“Opera necessaria che porterà lavoro, ci viene detto, ma la verità è che si risparmiano venti minuti di viaggio sulla tratta Genova – Rivalta, per trasportare container provenienti da Shangai che ci hanno impiegato quaranta giorni per arrivare al porto di Genova”, ha detto Maurizio Fava del Comitato.
Poi l’appello, diretto al cuore: “ci dicono che la nostra battaglia per fermare l’opera è una battaglia persa. Ma almeno ci alzeremo al mattino con il coraggio di guardarci in faccia perchè avremo fatto il possibile. Sabato 6 ottobre scenderemo di nuovo in piazza, una marcia pacifica tra Serravalle ed Arquata. Non è più il tempo di delegare e pensare che tanto qualcuno lo farà per noi”, è l’accorato appello del comitato arquatese.