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Autostrade, mancano gli investimenti sul territorio
Mancano gli investimenti sulle autostrade del nostro territorio: si parla in particolare della A7 e della A26, entrambe ormai riconosciute come tratte inadatte alle attuali esigenze di traffico e sicurezza. Tra i rischi anche quello degli incidenti dei tir.
Mancano gli investimenti sulle autostrade del nostro territorio: si parla in particolare della A7 e della A26, entrambe ormai riconosciute come tratte inadatte alle attuali esigenze di traffico e sicurezza. Tra i rischi anche quello degli incidenti dei tir.
In realtà, sulle autostrade del novese e dell’ovadese non sono stati fatti grandi investimenti. Il lavoro più corposo, la costruzione della terza corsia sulla A7 (74 chilometri di asfalto per un importo di 97 milioni di euro), è stato realizzato da un’altra società concessionaria, la “MilanoSerravalle – MilanoTangenziali”.
Costruita negli anni Sessanta mediante l’uso di importanti opere ingegneristiche allora considerate segni di grande innovazione, quali gallerie e viadotti, la A7 viene da troppo tempo descritta come una tratta ormai datata e inadatta alle attuali esigenze di traffico. Anno dopo anno, i molti incidenti di tir che su quel tratto trasportano merci più o meno pericolose, hanno fatto più volte gridare al rischio ambientale per la possibilità di riversamento nello Scrivia di sostanze tossiche. Lamentele e polemiche senza fine hanno portato agli interventi attuati in questi anni, tutti volti a un ammodernamento del tratto e al miglioramento della sicurezza.
Finalmente, nel 2006 si è arrivati al rifacimento dell’asfalto su 35 chilometri di autostrada, all’attivazione di 15 nuovi pannelli a messaggio variabile e, nel 2007, al posizionamento di due sensori di controllo della velocità tutor.
L’installazione del sistema tutor è stata uno degli ammodernamenti principali anche per il tratto A26, considerato dalla stessa società autostrade uno dei punti più problematici per la sicurezza a causa dell’elevata incidentalità, con un tasso di mortalità maggiore alla media italiana.
Tra i colpevoli imputabili compare il raccordo A7/A26 Predosa-Bettole, quello dove si trova anche il casello di Novi Ligure. Per chi arriva dalla A26, dalla direzione nord, immettersi sul raccordo è davvero rischioso: si entra sulla carreggiata da sinistra anziché da destra, in piena corsia di sorpasso. Per far vivere ai conducenti un’esperienza ancora più adrenalinica, i progettisti hanno pensato bene di metterci anche una leggera curva, giusto per ridurre un po’ la visibilità a chi sul raccordo già si trova e a chi si sta per immettere.
Ma non è il caso di preoccuparsi, da qualche tempo il problema è stato magistralmente aggirato con l’affissione di cartelli che avvertono gli automobilisti che arrivano da Genova di “agevolare il rientro da sinistra”. E dire che per risolvere davvero il problema, senza spendere cifre folli nel rifacimento dello svincolo, basterebbe un po’ di vernice per tracciare qualche riga sull’asfalto e fare in modo che i mezzi in arrivo da Genova viaggino solo sulla corsia di destra anziché anche su quella di sorpasso.
Il servizio completo è sul Novese in edicola fino a mercoledì 14 novembre.