Novi, due rapine in autogrill su A26 e A7
Due rapine ai danni delle aree di servizio autostradali di Novi: il primo colpo è stato messo a segno all'autogrill Marengo, sul raccordo tra la A26 e la A7, in direzione Genova; i malviventi hanno poi preso di mira il secondo autogrill novese, in località Bettole.
Due rapine ai danni delle aree di servizio autostradali di Novi: il primo colpo è stato messo a segno all'autogrill Marengo, sul raccordo tra la A26 e la A7, in direzione Genova; i malviventi hanno poi preso di mira il secondo autogrill novese, in località Bettole.
Poco dopo le otto di sera due individui sono entrati nell’area di servizio a bordo di un Fiat Doblò, risultato rubato. Hanno finto di volersi rifornire di carburante ma valutando che la stazione era semideserta, sono scesi dal furgoncino e si sono diretti verso la postazione del benzinaio.
Uno dei due gli ha puntato una pistola, intimandogli di consegnare tutto il contante. Il benzinaio senza esitare gli ha dato il borsello contenente l’incasso della giornata, non ancora quantificato. Dovrebbe trattarsi di alcune migliaia di euro.
Quindi si sono dileguati sul Doblò verso Serravalle, ma per eludere l’intervento della Polizia i ladri dopo pochi chilometri sono usciti e rientrati in autostrada, sulla A7, questa volta in direzione Milano per prendere di mira l’altro autogrill novese, in località Bettole.
Anche in questo caso i malviventi hanno agito con circospezione, aspettando che l’esercizio si svuotasse dalla clientela. Quando hanno deciso di entrare in azione, all’interno dell’autogrill Ginetti c’erano ancora alcune persone che praticamente non si sarebbero accorte di quanto stava accadendo per la velocità della dinamica. Ancora una volta uno dei due rapinatori ha puntato la pistola contro la cassiera facendosi consegnare l’incasso.
Dalle descrizioni fornite alla polizia stradale di Belforte che coadiuvano le indagini dei colleghi di Milano Ovest, entrambe le rapine sono state portate a segno da due persone dall’apparente età di 30-35 anni. Portavano giubbotti con bavero alzato e cappellini con visiere calate sul volto. Parlavano in italiano senza inflessioni dialettali o straniere.