Una suora contro guerra e nazismo
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
15 Novembre 2012
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Una suora contro guerra e nazismo

A quasi 70 anni di distanza rivelata la storia di suor Giacomina, coraggiosa donna di chiesa che durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbandamento dell'8 settembre, ha salvato tanti soldati italiani dalla deportazione

A quasi 70 anni di distanza rivelata la storia di suor Giacomina, coraggiosa donna di chiesa che durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbandamento dell'8 settembre, ha salvato tanti soldati italiani dalla deportazione

PREDOSA – Una suora di paese, in quell’ultima e drammatica fase della seconda guerra mondiale nata dal caos dell’8 settembre 1943, riuscì a ingannare l’esercito tedesco e a salvare decine di vite. Sembra la classica trama da film di guerra e invece è una di quelle vicende avvenute vicine a noi, una di quelle storie che rimangono vive nella memoria degli anziani.

In questo caso basta recarsi a Predosa e chiedere a quelli che allora erano bambini o poco più, di suor Giacomina, una delle suore che gestiva l’asilo del paese. La sua vita subisce una brusca sterzata, come altri milioni di vite, dopo l’armistizio Badoglio. Sul Corriere del 5 settembre 1945, una delle sparute testimonianze della vicenda, si legge: «Il mattino del 9 settembre l’aria a Predosa era stranamente agitata: gruppetti di paesani per le strade, visi allarmati inquieti e incerti, voci e dicerie senza fondamento. La curiosità generale fu subito attirata dalla comparsa di quattro soldati senza armi, che si trascinavano con passi stanchi e visi sfiduciati».

I soldati, stremati, inquieti e senza più ordini da seguire, stavano cercando di raggiungere le loro case, ma la paura di incappare nei posti di blocco tedeschi era troppa. I paesani accompagnarono i quattro da suor Giacomina, che non esitò a prestare soccorso: «Facciamo entrare i giovani e chiedo alle mie consorelle che le nostre razioni di ministra siano cedute a questi poveri ragazzi. Ben volentieri si rinuncia anche al modesto pranzo», annotò la donna sul suo diario.

Da allora, fino al mese di novembre, l’asilo del paese divenne un punto di soccorso per fuggiaschi, soldati sbandati e partigiani. Ma la denuncia di un anonimo delatore spinge i tedeschi a perquisire l’asilo. Un sentore o un avvertimento, non ci è dato saperlo, arriva al cuore o all’orecchio della suora, che riesce così a camuffare la sua opera. Nonostante tutto prima di andarsene uno dei soldati tedeschi trasse di tasca un vocabolarietto e, avvicinando il volumetto alla donna, le fece leggere una frase: “Tu, nostra nemica”. Con questa frase i tedeschi se ne andarono, ma con loro non finivano i rischi corsi da suor Giacomina e dalle sue coraggiose consorelle, che continuarono nella loro missione di soccorso.

Leggi tutta la storia sul Novese in edicola a partire da oggi, giovedì 15 ottobre.

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