Salva-Ilva, il governo prepara il decreto
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
29 Novembre 2012
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Salva-Ilva, il governo prepara il decreto

Domani in consiglio dei ministri approda il provvedimento che permetterà all'acciaieria di Taranto di rimanere in funzione ancora per due anni. Ma nel frattempo bisognerà procedere a tappe forzate verso il risanamento ambientale. A Novi la Sinistra attacca il sindaco Robbiano, che oggi è a Roma con gli operai

Domani in consiglio dei ministri approda il provvedimento che permetterà all'acciaieria di Taranto di rimanere in funzione ancora per due anni. Ma nel frattempo bisognerà procedere a tappe forzate verso il risanamento ambientale. A Novi la Sinistra attacca il sindaco Robbiano, che oggi è a Roma con gli operai

NOVI LIGURE – C’era anche il sindaco Lorenzo Robbiano insieme a Mario Lovelli – deputato Pd ed ex sindaco di Novi -, a Graziano Moro – in rappresentanza della Provincia – e agli operai dell’Ilva che questa mattina sono partiti con i pullman alla volta di Roma, per partecipare ad un presidio davanti a Palazzo Chigi, dove si svolgerà un incontro ritenuto ‘cruciale’ per il futuro dell’intero Gruppo Riva. Nonostante il rinvio della manifestazione in programma per la giornata di oggi – rimandata a causa della tragedia che ha colpito la città di Taranto -, infatti, il sindaco e una delegazione di lavoratori saranno nella capitale. 

Intanto, sarà portato in consiglio dei ministri un provvedimento darebbe una boccata d’ossigeno lunga due anni allo stabilimento Ilva di Taranto. Nella bozza di decreto si legge che “è in ogni caso autorizzata la prosecuzione dell’attività”, salvo che sia riscontrata “l’inosservanza anche a una sola delle prescrizioni” messe nero su bianco dall’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata il 26 ottobre scorso.

Mantenere attiva la produzione dell’acciaieria pugliese secondo l’esecutivo di Mario Monti è di vitale importanza. Se lo stabilimento si fermasse, sarebbe impossibile per i Riva ottenere i soldi per finanziare una colossale opera di risanamento ambientale i cui costi sono stimati nell’ordine di 3 miliardi di euro. “Se l’Ilva chiudesse come chiedono i magistrati, faremmo un regalo ai concorrenti stranieri dei Riva”, ha detto il ministro Corrado Clini.

A Novi, intanto, la Casa della Sinistra attacca senza mezzi termini il primo cittadino Robbiano: la scelta di non convocare un consiglio comunale aperto sulla situazione dell’Ilva è «incomprensibile e sbagliata». La richiesta, che era arrivata proprio dai consiglieri della Sinistra Gianni Malfettani e Francesco Moro, aveva ricevuto un assenso di massima anche da parte del Pdl con il consigliere Gianni Piazzale. «Visto il precipitare della situazione con il rischio concreto di una fermata anche dello stabilimento di Novi è indispensabile pronunciarsi attraverso chiare prese di posizione – scrive la Casa della Sinistra – E va fatto urgentemente. Quindi chiediamo ai partiti presenti in consiglio comunale di fare propria la nostra richiesta».

Nel frattempo, anche il consigliere regionale Pd Rocchino Muliere ha presentato un ordine del giorno affinché il governatore Roberto Cota e la sua giunta si attivino per scongiurare la chiusura degli stabilimenti Ilva in Piemonte (Novi e Racconigi).

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