Serena Cavallari sbarca in libreria con “Il riflesso del funambolo”
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
8 Dicembre 2012
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Serena Cavallari sbarca in libreria con “Il riflesso del funambolo”

È la storia della giovane Vera, studentessa cresciuta in una famiglia in costante equilibrio tra la normalità e il caos, a cui un giorno viene affidato un compito misterioso: ricostruire un antico specchio

È la storia della giovane Vera, studentessa cresciuta in una famiglia in costante equilibrio tra la normalità e il caos, a cui un giorno viene affidato un compito misterioso: ricostruire un antico specchio

NOVI LIGURE – Esce in libreria l’opera prima della scrittrice veneta, ma novese per adozione, Serena Cavallari: “Il riflesso del funambolo”. Ventotto anni, nata a Venezia, l’autrice dopo la laurea e un’esperienza all’estero, sulla via di casa ha deciso, per amore, di fermarsi a Novi. Farmacista e, nel tempo libero, insegnate di equitazione per bambini, Serena Cavallari [nella foto] ha deciso ora di trasformare in un libro gli appunti e i pensieri di una vita adolescenziale e intima che da tempo annotava sul suo computer.

Così è nata la storia della giovane Vera, studentessa di lettere antiche non ancora ventenne. Cresciuta in una famiglia in costante equilibrio tra la normalità e il caos, dove la figura del fratello malato, apparentemente non amato dal padre, è una spada di Damocle in bilico sulla serenità famigliare, la protagonista si mostra al lettore sin dalle prime pagine in un costante “flusso di coscienza”. Sono una mattina d’inizio estate e un paese affacciato sul mare a fare da sfondo a due eventi, solo apparentemente non collegati, ma capaci di cambiare la vita di Vera: l’incontro con un giovane scalzo e spettinato, vestito solo della sua calzamaglia da funambolo e la visita al pediatra di famiglia; il primo lascia la ragazza affascinata e confusa, il secondo le affida un compito: ricostruire un vecchio specchio.

Per i primi tempi accantonato dalla ragazza, questo incarico è destinato a diventare il nocciolo attorno a cui ruota il romanzo. Fin dalla sistemazione dei primi cocci, ricostruendo lo specchio, Vera vede emergere nel riflesso che le si forma davanti, aspetti di se stessa inattesi e sconosciuti. Vera, guardando se stessa nello specchio, vede solo una crepa in un castello di vetro: lei, persa nell’illusione della normalità tanto faticosamente costruita dalla sua famiglia. Lo stesso oggetto infatti, proseguendo nella lettura, apparirà come metafora di un puzzle in cui ogni pezzo conduce più vicino a un drammatico segreto. Un mistero a cui tutti coloro che circondano la giovane hanno voluto condurla…

Ma come mai una farmacista, appassionata di equitazione, ha preso in mano la penna? “Il romanzo è praticamente nato da solo. Per anni ho annotato e riletto pensieri e appunti. Alla fine, quasi autonomamente, questi hanno preso un senso compiuto”, spiega l’autrice, concludendo: “quando il fil rouge della vicenda ha preso vita, e grazie allo stimolo datomi da un corso di teatro, ho deciso di pubblicare”.

La recensione completa è sul Novese in edicola fino a mercoledì 12 dicembre.

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