Case di terra, una svolta per uscire dalla crisi
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Arianna Borgoglio  
11 Dicembre 2012
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Case di terra, una svolta per uscire dalla crisi

Le case realizzate in terra cruda potrebbero rappresentare una svolta per uscire dalla crisi del settore edilizio. E' questa l'idea - che rappresenta un recupero della tradizione locale - alla base del progetto dell'Ance di Alessandria

Le case realizzate in terra cruda potrebbero rappresentare una svolta per uscire dalla crisi del settore edilizio. E' questa l'idea - che rappresenta un recupero della tradizione locale - alla base del progetto dell'Ance di Alessandria

NOVI LIGURE – Le case in terra cruda potrebbero essere la cosiddetta chiave di volta per uscire dalla crisi dilagante nel settore dell’edilizia. Questa l’idea alla base del progetto dell’Ance di Alessandria, già sottoscritto dagli ordini professionali e in procinto di essere presentato nel prossimo gennaio.

In programma anche il recupero di molte strutture in “pisé”, come è stato ribadito durante il convegno conclusosi sabato 8 dicembre al museo dei Campionissimi di Novi Ligure, incentrato sul tema “(In)torno alla terra”, al quale hanno partecipato i Comuni facenti capo all’associazione “Città della terra cruda”. Novi costituisce una città importante nel contesto di questo patrimonio, poiché circa il 30 per cento delle abitazioni del centro storico sono appunto fabbricate in terra battuta.

“Per dare rilancio al settore edilizio, ad esempio a Novi il protocollo Ristruttura, ideato dall’Ance di Alessandria impegna alcune banche a finanziare proprio gli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico legati ai risparmi fiscali previsti dal Governo – spiega il professionista novese Marco Colombo, presidente dell’Ordine provinciale degli ingeneri – Il territorio del novese potrebbe proprio utilizzare questi strumenti per rinnovare un patrimonio edilizio vecchio, sismicamente non adeguato ed energivoro. I vantaggi sarebbero immediati a fronte di un investimento rapidamente ammortizzabile. Le case in terra sono un patrimonio storico culturale di rilievo per il nostro territorio. Sono la testimonianza di un metodo costruttivo “povero” ma funzionale in rapporto all’epoca in cui vennero realizzate”.

C’è attesa per la statistica della Cassa Edile provinciale di mutualità e assistenza, prevista per fine dicembre. I dati dell’ultimo semestre non si preannunciano buoni. “La situazione è fortemente drammatica nei settori costruzioni, cemento, laterizi e lapidei – conferma il segretario provinciale Fillea-Cgil, Massimo Cogliandro – nei primi mesi dell’anno c’è stata in provincia una forte chiusura dei cantieri, ma abbiamo certezze che la crisi abbia peggiorato una situazione già altamente negativa”.

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