Eredità, assolti nel processo per circonvenzione di incapace
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Giampiero Carbone - g.carbone@ilnovese.info  
11 Dicembre 2012
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Eredità, assolti nel processo per circonvenzione di incapace

Tutti assolti gli imputati che erano stati coinvolti nella vicenda dell'eredità di Teresa Magnone, la donna residente a Serravalle che aveva fatto testamento a favore di due nipoti. Il processo era iniziato anni fa per circonvenzione di incapace, su denuncia del procuratore al quale la donna avrebbe affidato le sue proprietà

Tutti assolti gli imputati che erano stati coinvolti nella vicenda dell'eredità di Teresa Magnone, la donna residente a Serravalle che aveva fatto testamento a favore di due nipoti. Il processo era iniziato anni fa per circonvenzione di incapace, su denuncia del procuratore al quale la donna avrebbe affidato le sue proprietà

NOVI LIGURE – Può un medico neurologo redigere una perizia necessaria a far fare testamento a un’anziana considerata da altri due colleghi  affetta da “chiari sintomi di deterioramento spazio temporale” e di “frammentarietà e incoerenze difficoltà nei ricordi” senza subire conseguenze?

A quanto pare sì, secondo quanto emerso nella vicenda dell’eredità di Teresa Magnone, detta Cesarina, gaviese d’origine, residente a Serravalle per decenni, deceduta negli anni scorsi, vicenda sfociata in un processo in corso per circonvenzione di incapace che vede imputati due nipoti del marito della donna, anch’egli scomparso, Franco Verdona, di Gavi ma residente a Genova, e Carlo Fossati, genovese.

Secondo l’accusa, i due avrebbero fatto firmare all’anziana donna un testamento che lasciava loro nove appartamenti e 200 mila euro nonostante la stessa non fosse in grado di intendere e di volere (secondo l’accusa) e avesse affidato il tutto a un procuratore, autore della denuncia.  

Verdona e Fossati, insieme al medico neurologo dell’ospedale di Novi Luciano Arena e al notaio Franco Borghero, anch’egli di Novi, a fine 2010 erano stati tutti prosciolti dall’accusa di falso. Il notaio, prima della redazione del testamento, aveva chiesto una perizia medica sulla capacità di intendere e di volere della Magnone. Nella relazione di Arena la donna era definita in grado di fare testamento, redatto poi il 9 aprile 2008 nella casa di riposo Sant’Antonio di Basaluzzo, dove si trovava da tempo. Magnone avrebbe pronunciato la frase “nomino miei eredi in parti uguali da parte di mio marito Franco Verdona e Carlo Fossati”, secondo quanto riportato nel testamento, parole sulle quali sono sorti diversi dubbi.

I parenti della Magnone avevano presentato ricorso per inabilitazione al tribunale civile esibendo due certificati medici nei quali si sosteneva che la donna era tutt’altro che in grado di fare testamento. La consulenza del pm, richiesta durante le indagini, parlava poi di “estrema superficialità da parte di Arena nella raccolta dei dati e di approssimazione del giudizio, privo di un riferimento all’esame della memoria della donna”.

Il gip ha poi prosciolto Borghero sostenendo che “il notaio non deve verificare la capacità di chi fa testamento, che va accertata da un medico, cosa che avvenuta con due perizie”. Borghero, secondo il giudice, ha operato in maniera superficiale e sommaria “senza tener conto dell’indagine in corso sulle facoltà della donna avviata dal giudice civile”.

Su Arena, il gip ha stabilito che la sua relazione sulle condizioni di Magnone era “poco attendibile, fondata su una raccolta dati approssimativa e sommaria, certamente errata ma non falsa anche per via della mancanza di accordi fra gli imputati volti a occultare le condizioni di incapacità della donna”. Nello stabilire il non luogo a procedere, il giudice ha deciso la trasmissione degli atti all’Ordine del medici di Alessandria per eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti del neurologo, definendo la sua condotta “superficiale e negligente”.  

Interpellato, l’Ordine preferisce non fornire informazioni per questioni di privacy. L’Asl, presso il quale Arena lavora, sostiene di non essere a conoscenza di nessun atto da parte dell’Ordine. Pare proprio che al neurologo sia andata bene.
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