Il grande teatro di Poli al Giacometti
Domani andrà in scena Aquiloni, due tempi liberamente tratti da Giovanni Pascoli. Si tratta di unallegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che affettuosamente ci ricorda il grande autore.
Domani andrà in scena ?Aquiloni?, due tempi liberamente tratti da Giovanni Pascoli. Si tratta di un?allegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che affettuosamente ci ricorda il grande autore.
Si tratta di un’allegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che affettuosamente ci ricorda Giovanni Pascoli. Fino alla metà del Novecento la scuola italiana si nutrì della sua produzione. La critica letteraria a cominciare da Croce privilegiò le rime giovanili, fino a Contini che ne elogiò il plurilinguismo, a Pasolini che rilevò la dicotomia psicologica, per arrivare a Baldacci che ne curò la ricca antologia. Da Myricae e dai Poemetti lo spettacolo intende evocare la magia memoriale e la saldezza linguistica nelle figure contadine di un’Italia ancora gergale.
I floreali motivi della Bella Epoque accompagneranno gli ascoltatori nel ricordo del volgere del secolo. Le scene sono sempre del grande Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Cali, le musiche di Jacqueline Perrotin e le coreografie di Claudia Lawrence. Accanto a Paolo Poli quattro attori di vaglia e uno staff tecnico di prim’ordine.