Ilva, il governo pone la fiducia
Ancora in corso la seduta della Camera dei deputati per l'approvazione del decreto salva-Ilva. Poi toccherà al Senato: il governo pare intenzionato a stringere i tempi. I sindacati: "Se il parlamento darà il via libera a gennaio lo stabilimento novese sarà fuori pericolo"
Ancora in corso la seduta della Camera dei deputati per l'approvazione del decreto salva-Ilva. Poi toccherà al Senato: il governo pare intenzionato a stringere i tempi. I sindacati: "Se il parlamento darà il via libera a gennaio lo stabilimento novese sarà fuori pericolo"
E’ ancora in corso, a Roma, la seduta della Camera dei deputati per l’approvazione del decreto salva-Ilva. Iniziato questa mattina, l’esame del provvedimento ha subìto un’accelerazione quando il governo ha deciso di porre la fiducia. Sospesa verso le 18.30, dopo le dichiarazioni di voto, la riunione della Camera è ripresa alle ore 19.00 con la cosiddetta “prima chiama”. Il regolamento di Montecitorio, infatti, prevede che – quando l’esecutivo invoca la fiducia – il voto sia nominale; poi sarà la volta della “seconda chiama”, riservata ai deputati che non abbiano risposto al primo appello del presidente. Domani mattina sarà la volta della votazione degli ordini del giorno.
NOVI LIGURE – Sarà in discussione alla Camera questa mattina a partire dalle 11.30 il cosiddetto decreto salva-Ilva. Il provvedimento preparato dal governo dovrebbe permettere il dissequestro dei semilavorati fermi da tempo al porto di Taranto per decisione della magistratura pugliese e – di conseguenza – di far ripartire a pieno regime la produzione anche negli stabilimenti collegati: Genova e Novi Ligure.
La discussione del decreto andrà avanti per tutto il giorno, ma entro oggi dovrebbe arrivare il sì dei deputati. Già questa settimana, poi, il testo dovrebbe passare all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. E’ anche possibile che il premier Mario Monti decida di mettere la fiducia sul provvedimento, per stringere i tempi del dibattito parlamentare. Nei giorni scorsi, intanto, il salva-Ilva è stato approvato in commissione alla Camera ed emendato in alcuni punti, introducendo nuove tutele per l’ambiente e per la salute di coloro che abitano nei pressi dello stabilimento pugliese. Misure che però non sono sufficienti per le circa 10 mila persone che sabato hanno manifestato a Taranto contro il decreto, contro il gruppo Riva e a favore della magistratura.
“Domani è il giorno della verità – dice Massimiliano Repetto, delle Rsu dello stabilimento Ilva di Novi – E’ assolutamente necessario che i materiali fermi a Taranto vengano dissequestrati. Fino a ora abbiamo continuato a lavorare con “stop and go”: gli impianti vengono fermati a rotazione e per evitare la cassa integrazione c’è chi viene collocato in ferie oppure destinato a corsi di formazione. Proprio oggi abbiamo avuto un incontro con la direzione: se da Roma arriveranno buone notizie, probabilmente già dopo l’Epifania Novi potrà considerarsi fuori dal guado. Al massimo, se gli approvvigionamenti tardassero [le banchine del porto di Taranto sono state danneggiate dalla tromba d’aria; ndr] ci si troverebbe di fronte a qualche settimana di cassa integrazione”. Insomma, un sollievo se paragonato ai momenti peggiori di questa crisi. Ma domani, da Roma, devono arrivare buone notizie.