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Infortunio all’Ilva, assolti gli imputati per incidente del 2005
"Il fatto non sussiste". E' questa la formula con cui il giudice del tribunale di Novi ha assolto gli imputati del processo sulla morte di Salvatore Messina, l'operaio di 37 anni deceduto nel 2005 all'interno della stabilimento Ilva. Era dipendente di una ditta appaltatrice di Genova
"Il fatto non sussiste". E' questa la formula con cui il giudice del tribunale di Novi ha assolto gli imputati del processo sulla morte di Salvatore Messina, l'operaio di 37 anni deceduto nel 2005 all'interno della stabilimento Ilva. Era dipendente di una ditta appaltatrice di Genova
NOVI LIGURE – “Il fatto non sussiste”: con questa formula il giudice del tribunale di Novi ha assolto con formula piena gli imputati del processo sulla morte di Salvatore Messina, l’operaio di 37 anni dipendente della ditta appaltatrice Mosis di Genova morto nel 2005 all’interno dello stabilimento Ilva di Novi a causa di un infortunio sul lavoro.Orlando Rotondi, 64 anni, di Novi, direttore dell’Ilva; Francesco Barbieri, 61, responsabile tecnico e di cantiere della Mosis, alla quale erano stati affidati lavori in subappalto, e il suo amministratore unico Pasquale Ottonello, 64 anni, entrambi di Genova erano accusati di omicidio colposo. Secondo l’accusa Messina, il giorno dell’incidente, stava lavorando alla sostituzione di un rullo di alluminio senza le necessarie misure di prevenzione. Cadendo, si ferì alla testa in seguito a una caduta per poi morire all’ospedale di Alessandria, dove per altro contrasse un virus.
Nell’udienza di ieri il pm Luca Ragalzi ha chiesto una condanna a 8 mesi per Rotondi e Barbieri e a 10 mesi per Ottonello, difesi dagli avvocati Roberto Mina di Genova e Adriano Raffaelli di Milano. Per il giudice però i tre sono innocenti. In sostanza, la responsabilità dell’incidente è da imputare alla vittima, che non ha rispettato le norme di sicurezza. Secondo i difensori, la famiglia di Messina è stata risarcita dalla Mosis e dall’Ilva.