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Pendolare novese scrive al Comune
Nuove proteste da parte dei pendolari novesi, che nelle ultime due settimane hanno subito forti disagi sulla linea che da Novi conduce a Milano. Una pendolare ha così deciso di scrivere al sindaco Robbiano e all'assessore Cavanna.
Nuove proteste da parte dei pendolari novesi, che nelle ultime due settimane hanno subito forti disagi sulla linea che da Novi conduce a Milano. Una pendolare ha così deciso di scrivere al sindaco Robbiano e all'assessore Cavanna.
“Vi scrivo perché io lavoro facendo la pendolare Novi–Milano: dal 2001 al 2008 come pendolare settimanale, dal 2009 invece come pendolare giornaliera. In tutti questi anni passati sui treni mi sono resa conto di un progressivo peggioramento del servizio, sorvolando sulle condizioni del materiale rotabile, vorrei soffermarmi sui viaggi che io e tutti gli altri pendolari novesi su Milano abbiamo dovuto affrontare nelle ultime due settimane”.
Il 9 dicembre è, infatti, cambiato l’orario dei treni e questa variazione stagionale, per la tratta Novi‐Milano, ha significato la modifica del treno delle 7.54 spostato alle 7.56, tutti gli altri treni sono rimasti invariati. Al mattino da Novi partono soltanto tre treni diretti per Milano e già questo crea problemi ai pendolari, soprattutto per il buco orario che si crea tra le 6.34 e le 7.56, quando dalla stazione cittadina parte l’ultimo treno per la Lombardia della mattinata.
Ma questa volta il problema dei pendolari non è soltanto legato all’orario: “Io e molti altri abitualmente prendiamo il treno delle 7.56 per andare e delle 19.30 per tornare, 8 ore di lavoro più il tempo per i trasporti metropolitani che hanno una certa incidenza. Da quando è cambiato l’orario, però, non c’è più stato un treno che funzionasse in modo regolare. A partire da lunedì scorso ho inoltrato a Trenord 16 reclami, considerando che viaggio due volte al giorno potete calcolare che ho mandato più reclami rispetto ai viaggi fatti. Sì perché i nostri treni venivano soppressi e poi venivamo dirottati su altri treni con ritardi notevoli o che si fermavano a metà tragitto. Più volte da lunedì 10 dicembre in poi mi sono dovuta far venire a prendere in auto da Novi o prendere mezzi alternativi per tornare a casa, taxi, ecc., ovviamente con un prezzo aggiuntivo”, prosegue la pendolare novese.
“Io ho deciso di tornare ad abitare a Novi dopo il periodo di studi passato a Milano, tuttavia il territorio non mi ha dato sbocchi lavorativi adeguati alle mie aspirazioni. Sono dovuta andare a cercare lavoro altrove, pur continuando ad essere cittadina novese e a pagare le dovute tasse qui. Ho scelto di utilizzare i mezzi pubblici per viaggiare, per motivi etici (di impatto ambientale, di cui molto si parla ultimamente) ed economici, tuttavia, ad oggi, vista la situazione, mi è impossibile pensare di rispettare ancora a lungo sia la scelta di continuare a vivere a Novi e lavorare altrove, sia quella di utilizzare i mezzi pubblici come mezzo di trasporto per recarmi al lavoro”, continua Ilaria Bertelli.
E così arriva l’appello all’amministrazione comunale: “Possibile che il Comune non possa fare niente per un nutrito gruppo di cittadini che hanno deciso di continuare a vivere sul territorio, pagare qui le tasse, fare andare i propri figli a scuola a Novi, consumare nei negozi e ristoranti di Novi, anche se il medesimo territorio non è in grado di garantirgli un lavoro adeguato da dare sussistenza alla propria famiglia? Possibile che un problema così vivo come il pendolarismo, su Genova, Torino, Alessandria, Milano, Pavia, non venga preso in considerazione dell’amministrazione comunale? Vi rendete conto che un comportamento del genere non solo crea disagi ai vostri cittadini, ma conseguentemente creerà una reazione a catena di spopolamento della città”.
Ilaria Bertelli ha deciso di scrivere in prima persona questa lettera, ma tiene a sottolineare che ci sono moltissimi altri pendolari novesi che condividono con lei gli stessi disagi e che quindi si uniscono nella richiesta di soluzioni.