2012, un anno di cronaca e notizie
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
2 Gennaio 2013
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2012, un anno di cronaca e notizie

Seconda parte di un anno fatto di cronaca e di notizie, che hanno interessato il nostro territorio. Il 7 giugno la morte sul lavoro allo stabilimento Ilva e soltanto una settimana dopo il decesso della neomamma all'ospedale San Giacomo.

Seconda parte di un anno fatto di cronaca e di notizie, che hanno interessato il nostro territorio. Il 7 giugno la morte sul lavoro allo stabilimento Ilva e soltanto una settimana dopo il decesso della neomamma all'ospedale San Giacomo.

NOVI LIGURE – Seconda parte – Il mese di giugno inizia con una morte sul lavoro, quella di Pasquale La Rocca, l’operaio 31enne dello stabilimento Ilva che perse la vita schiacciato da un muletto nella sera di giovedì 7.

Nemmeno una settimana dopo, Novi è scossa da un’altra tragedia, tanto tremenda quanto inspiegabile: una neo mamma muore pochi minuti dopo il parto, riuscendo appena a stringere tra le braccia la sua bambina. Roberta Bisoglio, architetto alessandrino di 32 anni, finì la sua esistenza giovedì 14 dopo aver portato a termine un parto che non aveva dato alcun problema, a conclusione di una gravidanza più che regolare. Immediata la richiesta dell’autopsia da parte dell’ Asl e la decisione della procura di dar via all’inchiesta. Nemmeno l’autopsia è riuscita però a stabilire le cause che condussero a questa terribile tragedia.

Nel mese di luglio fu l’intera provincia a listarsi a lutto: nella notte tra martedì 10 e mercoledì 11, il neo prefetto di Alessandria, Adolfo Amelio, in carica da poco più di due mesi, rimase vittima di un incidente stradale mentre stava tornando in Alessandria, percorrendo la A21. In prossimità di Villanova d’Asti, lo sfortunato prefetto avrebbe sbandato con la sua Lancia Y, finendo in una scarpata. Inutili si erano rivelati i tentativi di rianimazione all’ospedale di Asti e Alessandria perse il suo prefetto. 

La fine del mese di luglio ha segnato l’inizio della questione Ilva, con la decisione della procura di Taranto di mettere sotto sequestro lo stabilimento pugliese per ragioni ambientali e di tutela della salute. Il 2 agosto anche lo stabilimento novese, come quelli di tutta Italia, si unì allo sciopero di quattro ore per chiedere il dissequestro degli impianti tarantini.

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