Novi, l’aria e’ ok. Almeno per ora
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
4 Gennaio 2013
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Novi, l’aria e’ ok. Almeno per ora

Sotto i livelli di guardia i valori di monossido di carbonio e biossido di zolfo. Biossido di azoto sorvegliato speciale: un piccolo aumento e sforerà i limiti di legge. E dal 2009 la centralina Arpa non rileva più le polveri sottili

Sotto i livelli di guardia i valori di monossido di carbonio e biossido di zolfo. Biossido di azoto sorvegliato speciale: un piccolo aumento e sforerà i limiti di legge. E dal 2009 la centralina Arpa non rileva più le polveri sottili

NOVI LIGURE – L’inquinamento atmosferico a Novi? È sotto controllo, anche se rimangono alcuni elementi di criticità. Parola di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che ha da poco pubblicato sul proprio sito i dati sulla qualità dell’aria in città.

I campionamenti – che si riferiscono all’intero anno 2011 – sono stati effettuati dalla centralina fissa di piazza Gobetti. Tre gli agenti inquinanti nel mirino dei tecnici dell’Arpa: il monossido di carbonio (Co), il biossido di zolfo (So2) e il biossido di azoto (No2). La postazione novese, dal 2009, non rileva più le polveri sottili (Pm10).

Partiamo dal monossido di carbonio: le rilevazioni effettuate nel corso degli anni evidenziano concentrazioni medie annuali attorno a 0,8 milligrammi per metro cubo, un livello ampiamente al di sotto dei limiti di protezione della salute umana (che è pari a 10 milligrammi per metro cubo). “Si nota una progressiva riduzione negli anni dei picchi di inquinamento, legati essenzialmente alle ore di punta del traffico cittadino – scrivono gli analisti dell’Arpa – Ciò può essere attribuito sia a una migliore gestione del traffico, sia al costante sviluppo della tecnologia dei motori”. Che le rotonde abbiano dato il loro contributo anche al problema dell’inquinamento?

Ampiamente rispettati anche i valori del biossido di zolfo: la media annua a Novi è infatti di 10 microgrammi per metro cubo, mentre il limite di legge è pari al doppio, 20 microgrammi.
Il confronto su più anni evidenzia livelli bassi ma in aumento. “Tale aumento, di circa il 25%, si riscontra soprattutto in periodo invernale anche in altre stazioni provinciali e può essere imputabile – scrive l’Arpa – all’aumento dell’utilizzo delle biomasse legnose per riscaldamento e produzione di energia”.

Sorvegliato speciale invece il biossido di azoto. La media annuale è stata pari a 40 microgrammi per metro cubo, che è anche il valore limite di legge per la protezione della salute umana (la vegetazione invece comincia a mostrare segni di sofferenza già a una concentrazione di 30 microgrammi per metro cubo). Il picco massimo dell’No2 si ha tra le 8 e le 9 del mattino e poi tra le 7 e le 8 di sera. I mesi peggiori sono quelli invernali, ottobre in particolare.
Scrive l’Arpa che i livelli di No2 a Novi “vanno mantenuti sotto controllo poiché il biossido di azoto non è solo tossico di per sé ed irritante per le mucose ma soprattutto innesca la formazione sia in estate che in inverno di altri inquinanti producendo fenomeni di acidificazione [piogge acide; ndr], aumento di polveri fini e produzione di ozono estivo”.

I dati dell’inquinamento atmosferico nel corso del 2011, spiega l’Arpa, sono stati condizionati – in negativo – anche dalle anomalie meteorologiche. Molto caldo (il 2011 in Piemonte è stato l’anno più caldo dell’ultimo mezzo secolo) e scarse precipitazioni (per lo più concentrate in pochi e devastanti eventi alluvionali) hanno contribuito alla formazione e al ristagno degli agenti inquinanti.

Nell’estate del 2012, per una ventina di giorni, una centralina dell’Arpa è stata posizionata a Carrosio: nessun superamento dei limiti di legge è stato rilevato per quanto riguarda polveri sottili, monossido di carbonio, biossido di azoto e di zolfo. Sopra il livello di guardia invece l’ozono, per il quale l’Arpa segnala numerosi superamenti dei limiti di legge. Ma, spiegano i tecnici dell’Agenzia, si tratta di un gas che “fa molta strada”: “è soggetto a fenomeni di trasporto anche a distanza rispetto ai luoghi di emissione”.

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