Scontro Riva-giudici: ‘Colpo basso sugli stipendi’
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
10 Gennaio 2013
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Scontro Riva-giudici: ‘Colpo basso sugli stipendi’

L'Ilva annuncia: "Stipendi regolari a gennaio, ma c'è crisi di liquidità". La Fiom-Cgil replica: "L'azienda strumentalizza il problema per andare contro la Procura"

L'Ilva annuncia: "Stipendi regolari a gennaio, ma c'è crisi di liquidità". La Fiom-Cgil replica: "L'azienda strumentalizza il problema per andare contro la Procura"

NOVI LIGURE – Nella calza appesa al camino, i dipendenti dell’Ilva hanno trovato il regalo migliore: il lento ritorno alla normalità. Giorno dopo giorno, hanno ricominciato ad arrivare allo stabilimento novese treni carichi di semilavorati, nuovi “coils” da trattare da tempo stoccati e bloccati sulla banchina Ilva del porto di Taranto. Le Rsu dello stabilimento non nascondono però preoccupazioni per il futuro, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, che l’altro ieri ha annunciato che gli stipendi di gennaio verranno regolarmente pagati nonostante le difficoltà di liquidità.

“Siamo di fronte a una situazione che non possiamo essere noi a risolvere – dice il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Mirko Oliaro – perché restiamo in attesa di quanto sta accadendo a livello nazionale circa la diatriba tra governo e magistratura. A oggi, Novi riceve con frequenza il materiale per la produzione. C’è materia prima e ci sono molte commesse. È chiaro che siamo alle solite. L’azienda usa la leva della mancanza di liquidità per creare preoccupazioni e tenere desto il problema. La minaccia degli stipendi è l’ennesimo tentativo di andare contro la Procura per giocare un ruolo di tenuta sociale che in questa situazione è a sicuro vantaggio dell’azienda. Pur pagando regolarmente questa mensilità vorranno mettere le mani avanti, magari per non farlo a febbraio. La maggior parte delle aziende di fronte a simili casi nascondono le difficoltà nei pagamenti. Se invece lo fa l’Ilva, significa che intende strumentalizzare questo tipo di comunicazione sulla quale vigileremo”.

Lo stabilimento novese, con i suoi 800 dipendenti, è stato tra quelli italiani del gruppo Riva che meno hanno risentito della crisi del complesso siderurgico di Taranto; in questi mesi di dubbio non è stato, a esempio, necessario fare ricorso alla cassa integrazione, ma per fare fronte al calo di produzione, gli operai hanno smaltito le ferie arretrate. Certo, nemmeno a Novi la situazione poteva definirsi rosea e, nonostante l’attuazione di ogni accorgimento possibile per rallentare le attività, nei magazzini cominciava a esserci penuria di scorte.

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