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Kme, sale a 95 il numero degli esuberi
L'azienda comunica che gli esuberi nello stabilimento di Serravalle sono 95, determinati dal "perdurare della pesante situazione economica del mercato". Ieri riunione fiume con i sindacati a Firenze, sede del gruppo
L'azienda comunica che gli esuberi nello stabilimento di Serravalle sono 95, determinati dal "perdurare della pesante situazione economica del mercato". Ieri riunione fiume con i sindacati a Firenze, sede del gruppo
“Perdurando la pesante situazione economica e di mercato, senza che ad oggi vi siano segnali di inversione di tendenza, Kme ha ufficialmente annunciato alle organizzazioni sindacali provvedimenti tesi al risanamento economico ed alla razionalizzazione ed ottimizzazione della capacità produttiva del gruppo, sia in Italia che all’estero, nonché al contenimento dei costi di struttura”, comunicano dalla sede. Un calo “ormai strutturale” dei volumi pari al 43% negli utlimi otto anni e del 7% solo nel 2012, rende necessaria “una razionalizzazione dell’organico, risultando in esubero 275 persone (95 nel sito di Serravalle Scrivia, 142 nel sito di Fornaci di Barga, e 38 presso le officine Lime di Pistoia).”
A Fornace di Barga, in provincia di Lucca, sarà fermato uno dei cinque forni fusori «massimizzando al contempo l’utilizzo del nuovo forno per la raffinazione del rame, appena installato nello stesso sito». Si ferma del tutto l’officina meccanica Lime, di Campo Tizzoro.
A Serravalle erano già stati annunciati 60 esuberi nel reparto rame. Invece di diminuire, nonostante la lunga trattativa avviata da tempo, ora salgono a 95 ed investono anche il settore ottone che fino a ieri sembrava indenne agli scossoni del mercato. Tanto che si parlava, prima della doccia fredda di ieri, di un possibile spostamento di alcuni lavoratori da un ramo all’altro; manovra peraltro non semplice visto che si tratta a tutti gli effetti di due diverse società – Kme Spa e Bras – che convivono nello stesso stabilimento e sotto lo stesso marchio
Resta, e forse è l’unica nota positiva, la volontà di dialogare. “Non miriamo a licenziamenti di massa – dicono dalla direzione – e per questo ha avviato un confronto con i sindacati sul tema, confidando nella loro consapevolezza della situazione e nel senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato le relazioni industriali di Kme. L’auspicio è che, attraverso una trattativa, si possano trovare delle soluzioni ad impatto sociale sostenibile, quali la cassa integrazione a zero ore, limitando per quanto possibile i provvedimenti, nel rispetto delle persone e del quadro di valori aziendali. Tali soluzioni, però, dovranno anche essere risolutive ed adeguate ad assicurare un futuro all’azienda”. Solo qualche giorno fa Fiom Cgil rilevava invece un cambio di atteggiamento dell’azienda ed un raffreddamento nella trasparenza dei rapporti. Ieri la riunione, iniziata alle 14,30, è proseguita fino a sera.