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Il Basso Piemonte dice addio a Riccardo Garrone
Anche il nostro territorio dice addio a Riccardo Garrone, patron della Sampdoria e presidente onorario del Gruppo Erg. Garrone aveva 76 anni ed era molto legato al Basso Piemonte, in particolare a Grondona, ad Arquata e a Serravalle, dove avrebbe voluto costruire il nuovo stadio della 'Samp'
Anche il nostro territorio dice addio a Riccardo Garrone, patron della Sampdoria e presidente onorario del Gruppo Erg. Garrone aveva 76 anni ed era molto legato al Basso Piemonte, in particolare a Grondona, ad Arquata e a Serravalle, dove avrebbe voluto costruire il nuovo stadio della 'Samp'
Nel piccolo centro della Valle Spinti lo ricordano tutti come una persona umile e socievole, benché fosse un magnate del petrolio e uno dei più grandi imprenditori italiani. Il presidente Garrone era solito giocare a carte durante i fine settimana da conoscenti, a Sezzella, un piccolo centro che fuori dal territorio in pochi conoscono.
Tutta la famiglia Garrone è legata a questo angolo del Basso Piemonte, così vicino alla cultura ligure da cui è intimamente influenzato. Moltissimi, tra Arquata e Grondona, conoscono personalmente la famiglia Garrone, Dal “Presidente” e la moglie Anna Maria Campi, ai loro 6 figli: Edoardo (attuale presidente Erg), Alessandro (vice), Filippo, Vittorio, Laura e Costanza. Tutti in qualche modo legati alle vicende del prestigioso Gruppo petrolifero, forse a parte Filippo, stimato e quotato pittore che fa la spola tra l’Italia e il Brasile.
Riccardo Garrone era ancora presidente onorario e consigliere di amministrazione della Erg, l’azienda di famiglia fondata da suo padre Edoardo nel 1938, oltre che presidente della Sampdoria. Laureato in chimica industriale, assunse la guida della Erg nel 1963, dopo l’improvvisa scomparsa del padre.
Liguria e Basso Piemonte erano il rifugio e la vita per Riccardo Garrone che esattamente 2 anni fa ipotizzò la costruzione del nuovo stadio della Sampdoria nella “Zona Outlet”, in sostituzione del vetusto “Ferrarsi”, un po’ per polemiche con l’amministrazione comunale genovese, un po’ perché il suo spirito battagliero lo portava alla competizione anche con realtà più grandi. L’individuazione di una zona oltre Appennino, come appunto Serravalle per costruire uno stadio e una “Città del calcio”, avvalora l’amore che Garrone ha nutrito per questo territorio.