Kme insiste: esuberi e cassa integrazione a zero ore
Kme conferma il piano industriale con la chiusura di un forno in Italia e 275 esuberi (90 nello stabilimento di Serravalle Scrivia). I sindacati annunciano altre 16 ore di sciopero. Fissato un nuovo incontro il 4 febbraio
Kme conferma il piano industriale con la chiusura di un forno in Italia e 275 esuberi (90 nello stabilimento di Serravalle Scrivia). I sindacati annunciano altre 16 ore di sciopero. Fissato un nuovo incontro il 4 febbraio
L’azienda sostiene che “il piano presentato è mirato ad ottimizzare le produzioni, sfruttando al massimo le eccellenze presenti nei vari stabilimenti europei, rendendole sinergiche in modo da conservare redditività e leadership, pure in presenza di un contesto di mercato debole e adattandole all’obiettivo di conquista di nuovi mercati”. Conferma anche “l’ulteriore consolidamento della produzione di barre d’ottone a Serravalle Scrivia, altro comparto di eccellenza del Gruppo grazie alle alte competenze sviluppate nel riciclo dei rottami; il recupero di competitività del settore tubi, sempre a Serravalle Scrivia, dove il calo dei consumi è stato accentuato anche rispetto al generale calo dei mercati”.
I dati della crisi che morde non permettono altre valutazioni: dal 2007 ad oggi l’azienda ha registrato perdite per 130 milioni di euro, un calo di fatturato di oltre 200 mila tonnellate (-35%).
I sindacati partono, invece, da un altro punto: “il mantenimento in attività del forno di Fornaci di Barga”. Il trasferimento della produzione, secondo Fiom Cgil, rischia di portate inevitabili aggravi dei costi di trasporto. Inoltre, “la cassa integrazione a zero ore non può che portare a licenziamenti”. I sindacati propongono, invece, l’applicazione di contratti di solidarietà. Resta un piccolo spiraglio di trattativa. Il prossimo 4 febbraio ci sarà un nuovo incontro. “Come sindacati abbiamo comunque annunciato nuove sedici ore sciopero, ancora da stabilire con che modalità e quando saranno proclamate”.
Ecco quanto sostiene la direzione di Kme
– l’ulteriore sviluppo del nuovo forno di raffinazione (investimento di circa 12 milioni) con tecnologie all’avanguardia per l’uso di materia prima da riciclo, campo nel quale KME è leader, e che consente un importante risparmio energetico e altrettanto importanti ricadute sul fronte della sostenibilità ambientale;
– la diversificazione del portafoglio dei prodotti laminati in leghe di elevata qualità, che hanno ampi spazi di sviluppo nei mercati del Nord Europa e in nuovi settori di utilizzo;
– il rafforzamento dei prodotti speciali, settore di vera e propria eccellenza dello stabilimento di Fornaci di Barga (Lu);
La strategia proposta, si applica ad una situazione delle attività italiane che vede, da 2007 ad oggi:
– perdite per oltre 130 milioni di Euro
– un calo di fatturato di oltre 200mila tonnellate (-35%)
A fronte di tali dati, KME A.G. (la capogruppo industriale basata in Germania) in Italia ha sostenuto, nello stesso periodo:
– investimenti per 90 milioni di Euro;
– aumenti di capitale per oltre 190 milioni di euro.
Di fronte ad un tale drammatico quadro, la direzione di KME, ha ribadito ai sindacati l’urgente necessità di azioni concrete che richiedono:
– un’ulteriore riduzione del costo del lavoro
– lo stop di uno dei 6 forni fusori esistenti, da tempo sofferente di volumi troppo bassi (20% del potenziale), con conseguenti gravi conseguenze in termini di sostenibilità;
– la fermata dell’officina di lavorazioni meccaniche LIME di Campotizzoro (Pt), in cronica crisi di ordini;
– la conseguente conferma di 275 esuberi sui 1364 dipendenti in Italia;
Le azioni sopra indicate sono imprescindibili per il rilancio delle attività di KME in Italia.
Per questo l’azienda ha rinnovato l’appello al senso di responsabilità dei sindacati per gestire insieme questa fase cruciale, ricercando tutte quelle soluzioni, come la cassa integrazione a 0 ore (o altri ammortizzatori sociali di pari efficacia), che consentano di ridurre al massimo le conseguenze sociali e nel contempo di sfruttare al massimo le sinergie di Gruppo e di riportare alla competitività le attività italiane.
E’ indispensabile, ha sottolineato il vertice di KME, agire con urgenza nel senso indicato, trovando un accordo in tempi rapidi, in assenza del quale l’azienda si troverebbe nella necessità di dichiarare la mobilità.