Profughi libici, trovata una soluzione temporanea
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Marzia Persi - m.persi@ilnovese.info  
31 Gennaio 2013
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Profughi libici, trovata una soluzione temporanea

Trovata una soluzione, temporanea, per gli undici profughi libici che sono ospitati nella struttura di via Oneto. A lanciare l’allarme è stato, la settimana scorsa, l’assessore agli Affari Sociali Felicia Broda. In sostanza la Regione dal prossimo 28 febbraio non provvederà più al sostentamento di queste persone arrivate in Italia come profughi politici. E ora tocca al Comune provvedere sino alla primavera

Trovata una soluzione, temporanea, per gli undici profughi libici che sono ospitati nella struttura di via Oneto. A lanciare l?allarme è stato, la settimana scorsa, l?assessore agli Affari Sociali Felicia Broda. In sostanza la Regione dal prossimo 28 febbraio non provvederà più al sostentamento di queste persone arrivate in Italia come profughi politici. E ora tocca al Comune provvedere sino alla primavera

NOVI LIGURE – Si è trovata una soluzione, temporanea, per gli undici profughi libici che sono ospitati nella struttura di via Oneto. Come è noto, a lanciare l’allarme è stato, la settimana scorsa, l’assessore agli Affari Sociali Felicia Broda (nella foto). In sostanza la Regione dal prossimo 28 febbraio non provvederà più al sostentamento di queste persone arrivate in Italia come profughi politici. Fino alla fine di febbraio la Regione pagherà 45 euro al giorno per il loro sostentamento ma, dal 28 febbraio tale cifra non sarà più corrisposta e, secondo Torino, dovrà essere il Comune  a dare una casa e un lavoro a queste persone.

I profughi libici erano, nel 2011, 29 complessivamente, di questi alcuni si sono trasferiti altrove, altri si sono allontanati volontariamente, del gruppo originario ne rimangono undici. “Queste persone hanno, al momento,- spiega Broda- un permesso umanitario che scadrà alla fine del 2013” L’amministrazione comunale, però, ha trovato una soluzione. “Ho avuto un colloquio con la cooperativa che gestisce la struttura di via Oneto. Dal colloquio è emerso che i profughi potranno rimanere nell’abitazione di via Oneto fino ad aprile e contestualmente il Comune provvederà a rifornire loro il cibo”.

L’assessore Broda non ritiene corretto che sia il Csp (consorzio servizi alla persona) attraverso magari la mensa del gruppo vincenziano di via Ovada a preparare i pasti “credo più giusto che queste persone si preparino i piatti da soli come, per altro, avviene da quando sono qui in Italia. Prepararsi il pranzo così come effettuare qualche piccolo lavoro domestico in autonomia ritengo sia il modo migliore per occupare queste persone”. Non è anche escluso che alcuni dei profughi nelle prossime settimane riescano ad ottenere anche un’occupazione.

“La situazione certo non è facile, anche perché sia il Comune sia la Provincia non hanno le risorse necessarie per affrontare una problema di tale portata (a Trento, ad esempio, è la Provincia ad accollarsi l’onere di mantenere queste persone) – prosegue Broda- ma, almeno momentaneamente, abbiamo trovato una soluzione per questi profughi libici che rischiano di “finire in mezzo ad una strada”  senza un perché. E’ auspicabile poi che entro la fine del 2013 anche lo Stato si occupi di loro perché altrimenti alla fine dell’anno diventeranno dei clandestini”.

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