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Pediatra: ‘Uno solo è poco per tutti i bambini del paese’
A Serravalle numerose mamme si stanno lamentando per il servizio di pediatria: sono in molte a sostenere, infatti, che un solo pediatra sia insufficiente, considerato il numero di bambini presenti sul territorio. Ma le leggi che governano la sanità non consentono soluzioni, viste le presenze di medici specialisti anche in val Borbera e nel resto della valle Scrivia.
A Serravalle numerose mamme si stanno lamentando per il servizio di pediatria: sono in molte a sostenere, infatti, che un solo pediatra sia insufficiente, considerato il numero di bambini presenti sul territorio. Ma le leggi che governano la sanità non consentono soluzioni, viste le presenze di medici specialisti anche in val Borbera e nel resto della valle Scrivia.
Ma nella realtà dei fatti i pediatri che coprono la fascia di territorio che comprende parte delle valli Scrivia e Borbera sono tre: le dottoresse Danila Tosoni (Serravalle e Gavi), Ivana Belforte (Arquata Scrivia e Serravalle) e Eleonora D’Alessio (Arquata e paesi della Val Borbera). E, stando alle leggi del Governo, risultano più che sufficienti per una zona che è sì molto ampia, ma nella quale risiede un numero di bambini piuttosto esiguo nel complesso.
Ricordiamo inoltre che la fascia pediatrica comprende bambini di un’età compresa fra zero e sei anni meno un giorno, oltre la quale è possibile affidarli al medico generico, e che a ogni pediatra corrispondono in media dai trecento ai quattrocento infanti, con un massimale in continuo aumento. Da sottolineare anche il fatto che i pazienti extracomunitari sono dotati di un tesserino sanitario a scadenza (con validità da gennaio a giugno, legato al permesso di soggiorno) e per questo non vengono inclusi nel numero di pazienti affidato a ciascun medico.
Un’ultima considerazione: l’Italia, pur versando in un momento di profonda crisi a tutti noto, e che coinvolge tutti i settori sanità compresa, è l’unico Paese ad assicurare l’assistenza sanitaria pediatrica gratuita, dove il lavoro degli specialisti viene pagato dallo Stato e reso disponibile in strutture appositamente realizzate per questo (gli ambulatori), mentre all’estero è necessario rivolgersi agli ospedali o direttamente a consulenze private e, ovviamente, a pagamento. Un servizio ancora disponibile, anche se non sappiamo ancora per quanto tempo, nonostante la crescente scarsità di queste figure professionali dovuta ai severi esami di ammissione e al numero esiguo di scuole di specializzazione presenti sul suolo nazionale.