Morì dopo il parto, fissata l’udienza
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
2 Marzo 2013
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Morì dopo il parto, fissata l’udienza

E' stata fissata per il 15 aprile l'udienza relativa al caso di decesso dopo il parto avvenuto lo scorso anno all'ospedale San Giacomo di Novi. Era il 14 giugno, quando la 32enne alessandrina Roberta Bisoglio morì per un'emorragia poco dopo aver dato alla luce una bambina.

E' stata fissata per il 15 aprile l'udienza relativa al caso di decesso dopo il parto avvenuto lo scorso anno all'ospedale San Giacomo di Novi. Era il 14 giugno, quando la 32enne alessandrina Roberta Bisoglio morì per un'emorragia poco dopo aver dato alla luce una bambina.

NOVI LIGURE – Meno di un anno fa, molti si commuovevano a leggere sui giornali la notizia della tragica scomparsa di Roberta Bisoglio, la trentaduenne alessandrina morta il 14 giugno 2012 all’ospedale San Giacomo di Novi, dopo aver dato alla luce la sua bambina, Matilde. Giusto il tempo di stringere la sua piccola tra le braccia e rivolgere un ultimo, stanco sorriso al marito Luca, prima che un’emorragia facesse precipitare la situazione, portando alla morte della donna. Ancora troppe le ombre su questa vicenda, cominciata con l’arrivo in ospedale di una donna sana, continuata con un parto senza evidenti difficoltà, ma terminata in tragedia.

Ora è stata fissata per il 15 aprile l’udienza in cui i legali della famiglia di Roberta Bisoglio compariranno davanti al gip Stefano Moltrasio, per chiedere che non venga archiviata l’inchiesta sulla morte della donna. La richiesta di archiviazione era stata avanzata nel mese di gennaio dal pubblico ministero Sara Pozzetti, che dopo aver accolto le argomentazioni presentate dai consulenti tecnici, ovvero il medico legale Rita Celli e il ginecologo Giancarlo Cerruti, aveva stabilito come non fossero ravvisabili responsabilità nel personale sanitario che prestò assistenza a Roberta Bisoglio.

Questa risposta non basta però alla famiglia, che tramite gli avvocati Tino Goglino e Giuseppe Cormaio, continua a far sentire la sua voce. L’emorragia fatale è stata affrontata con i modi e i tempi dovuti o è stata sottovalutata? La perizia è veramente attendibile o presenta ancora troppi lati oscuri, contradditori e confusi? Riassumendo, fatalità inevitabile o tragedia che poteva essere sventata? La palla passa ora al gip Moltrasio, che dovrà pronunciarsi sulla questione.
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