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Dopo oltre 40 anni di attività chiude ‘Ser Peter’
Ser Peter a breve chiuderà i battenti. Infatti da qualche giorno a questa parte i manifesti affissi alle vetrine dello storico negozio di abbigliamento di Serravalle Scrivia hanno annunciato una grande liquidazione totale. A raccontare la storia del negozio, aperto nel 1970, è il signor Pietro, il proprietario.
Ser Peter a breve chiuderà i battenti. Infatti da qualche giorno a questa parte i manifesti affissi alle vetrine dello storico negozio di abbigliamento di Serravalle Scrivia hanno annunciato una grande liquidazione totale. A raccontare la storia del negozio, aperto nel 1970, è il signor Pietro, il proprietario.
SERRAVALLE SCRIVIA – Ser Peter a breve chiuderà i battenti. Infatti da qualche giorno a questa parte i manifesti affissi alle vetrine dello storico negozio di abbigliamento di Serravalle Scrivia hanno annunciato una grande liquidazione totale e, di conseguenza, la chiusura (forse) definitiva. Un’attività nata nell’ormai lontano 1970 grazie a un’intuizione del signor Pietro (è proprio lui Ser Peter), rappresentante di vestiti alessandrino innamorato della Serravalle di allora, del suo maestoso viale alberato, del fermento nato attorno alla Fidass, cuore pulsante del paese in quegli anni.
Un rappresentante che scelse di fermarsi e mettere radici qui, dove aveva già numerosi e affezionati clienti, e che oggi, a 74 anni e con un po’ di commozione, ha deciso di porre fine a questa avventura per dedicarsi a un’altra professione, la più bella per lui: il nonno a tempo pieno. Tornando indietro con la memoria a quegli anni, Pietro ci racconta del momento dell’acquisto dei locali che sarebbero diventati poi quelli del suo negozio in piazza Matteotti, della decisione di portare un po’ di atmosfera country e western in quel paesino del basso Piemonte, con gli scaffali in legno massiccio e l’ambiente caldo e accogliente, ma anche un paio di aneddoti curiosi che forse non tutti conoscono.
Innanzitutto, la scelta del nome, nata dall’errore di un falegname, che tuttavia ha contribuito a rendere ancor più noto il negozio. Infatti dopo aver commissionato tramite una telefonata l’insegna e 10 mila buste per le confezioni degli abiti all’artigiano, quest’ultimo, evidentemente poco avvezzo alla lingua inglese, trascrisse letteralmente il nome (scrivendo un italianizzato “Ser” al posto del corretto “Sir”, signore). Nonostante questo l’insegna, anch’essa in legno rustico, appesa nei pressi del negozio dove oggi troviamo il bar Haiti, ha attirato da subito decine di clienti.
L’altra curiosità riguarda un ulteriore simbolo caratteristico del negozio, il ferro di cavallo. In sintonia con l’ambiente western, venne progettato da Giorgio Storti, disegnatore addetto alla decorazione delle uova di Pasqua dell’industria dolciaria Fidass. Un tradizionale segno di buon auspicio, che evidentemente ha portato molta fortuna in oltre quarant’anni di attività. Per quanto riguarda le sorti del negozio, ancora nulla di certo.
“Non so ancora se l’attività chiuderà definitivamente o qualcuno porterà avanti la mia opera – afferma il signor Pietro – ma ricorderò sempre con affetto questa mia ‘creatura’, così radicata in paese e che mi ha dato delle grandissime soddisfazioni”.