I sindaci ora puntano i piedi: “sospendete il terzo valico”
Tredici sindaci chiedono al Governo, Cociv e Rfi una moratoria sul progetto del Terzo Valico dei Giovi fino a quando "non arriveranno le risposte che attendiamo". "C'è stata fino ad oggi carenza organizzativa, progettuale, una mancanza di informazioni e un quadro d'insieme del progetto". E ora i sindaci vogliono "una rappresentanza con diritto di voto nei vari organismi"
Tredici sindaci chiedono al Governo, Cociv e Rfi una moratoria sul progetto del Terzo Valico dei Giovi fino a quando "non arriveranno le risposte che attendiamo". "C'è stata fino ad oggi carenza organizzativa, progettuale, una mancanza di informazioni e un quadro d'insieme del progetto". E ora i sindaci vogliono "una rappresentanza con diritto di voto nei vari organismi"
PROVINCIA – Sospensione immediata dei lavori, per ora preparatori, della linea ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi, stop alle procedure di esproprio, insomma, fermi tutti, “fino a quando non arriveranno le risposte che attendiamo”. A chiederlo sono i sindaci dei comuni interessati dal passaggio dell’alta velocità, Alessandria, Arquata Scrivia, Carrosio, Castelnuovo Scrivia, Fraconalto, Gavi, Novi Ligure, Pontecurone, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia, Tortona, Vignole Borbera, Voltaggio. “Ci auguriamo che il nostro appello venga accolto anche da Provincia e Regione”, dicono i sindaci nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri a Novi. “Non siamo contrari all’opera – si affretta a dire Massimo Berutti, sindaco di Tortona – ma chiediamo rispetto per il territorio. C’è stata una forte superficialità da parte di chi doveva gestire la progettazione e l’opera. Stiamo parlando di 6 miliardi di euro, di un’opera considerata di interesse nazionale ed Europeo. Ma, invece, fino ad oggi c’è stata solo snobbismo e leggerezza da parte di Cociv, l’assenza delle Ferrovie e del commissario straordinario del governo”.
Altrettanto espliciti i sindaci di Voltaggio Lorenzo Repetto e di Novi, Lorenzo Robbiano: “abbiamo avuto prima l’impressione, e poi la conferma in più occasioni, che da parte dei progettisti non ci fosse neppure la conoscenza del territorio su cui l’opera ricadrà”. Chiedono quindi di sospendere l’iter, di avere quelle risposte alle questioni più volte sollevate: sicurezza per il territorio e per l’ambiente (dal rischio amianto e dal rischio di impoverimento della fonti idriche), una visione d’ insieme del progetto e delle ricadute economiche e sociali che l’opera avrà nel basso Piemonte.
La decisione di lanciare un messaggio chiaro e univoco, rivolto prima di tutto verso il Governo, Rfi e Cociv è stata presa durante un incontro ad Arquata Scrivia il 25 febbraio scorso, “a scrutinio non ancora concluso”, sottolinea Robbiano, cioè quando ancora l’onda dello tzunami di Grillo, contrario all’opera, non si era abbattuta sulla provincia. “Non è una questione di partiti o di schieramenti, ma di rispetto per il nostro ruolo e il nostro territorio”, dicono i sindaci. Perchè solo ora escono allo scoperto i primi cittadini? Perchè con l’avvio dei due osservatori regionali, costituiti in virtù della leggere Regionale sulle grandi opere, “abbiamo avuto la possibilità di ragionare insieme e confrontarci e perchè poi, di fatto, solo dopo l’ultima delibera Cipe c’è stata una accelerata brusca al progetto”.
Oltre all’impostazione generale, ci sono altri punti che vengono contestati. Ogni comune ha problematiche diverse. “Ma siamo stati tutti concordi nel fare questo passo e riteniamo sia la prima volta che accade. Di sicuro non è successo in Val Susa”.
La progettazione esecutiva articolata per lotti, impedisce – a detta dei sindaci – una visione completa dell’intera opera. Non piace, poi, l’ostinazione da parte dell’Osservatorio Ambientale a negare il trasferimento di parte della propria attività sul territorio interessato e la mancata costituzione dell’Osservatorio Tecnico.
A preoccupare, inoltre, è la gestione arbitraria e non condivisa del tema degli espropri effettuata dal General Contractor e l’assenza di coinvolgimento nella fase di redazione dello studio di fattibilità per valutare l’eliminazione dello Shunt di Novi Ligure nell’interconnessione della nuova linea con la linea storica Torino-Genova.
Tutti questi aspetti – affermano i Sindaci – tendono a ridurre drasticamente qualsiasi opportunità per gli Enti locali di prendere parte all’iter decisionale della realizzazione dell’opera ed a precludere ricadute positive per i territori coinvolti.
Lo scopo della moratoria, quindi, è quello di garantire agli Enti Locali coinvolti una rappresentanza con diritto di voto negli organi tecnici e politici e imporre a Rfi e a Cociv di presentare studi approfonditi, in particolare sull’aspetto ambientale. Innanzitutto quello sulla presenza di amianto nelle aree interessate dai lavori di scavo delle gallerie, che dovrà essere condotto secondo i criteri indicati dai dipartimenti ambientali della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria e dovrà essere reso pubblico sia nella fase di definizione metodologica sia nella successiva fase di analisi dei risultati dei campionamenti in loco. Inoltre, uno studio sul rischio di isterilimento di tutte le fonti e dei corsi d’acqua ed un altro che contempli l’utilizzo delle linee ferroviarie esistenti quale veicolo per il trasporto del materiale di smarino in sostituzione del traffico su gomma. Infine, i Sindaci chiedono che venga presentato un piano completo sulla logistica influenzata dal progetto del Terzo Valico e sulle azioni correlate sia sui porti liguri che sulle aree retro-portuali alessandrine, chiarendo quali benefici l’opera potrà conseguire a livello europeo, nazionale e locale.