Comunità Ergon, possibile via d’uscita dalla crisi?
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
30 Marzo 2013
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Comunità Ergon, possibile via d’uscita dalla crisi?

I lavoratori della comunità Ergon di Stazzano non si rassegnano alla chiusura della struttura, che secondo le intenzioni dell’azienda – la cooperativa Interactive di Torino – dovrebbe avvenire a fine mese. E sono gli stessi rappresentanti dei lavoratori a indicare una possibile via d’uscita dalla crisi che ha investito la comunità: l'accreditamento da parte di Regione e Asl

I lavoratori della comunità Ergon di Stazzano non si rassegnano alla chiusura della struttura, che secondo le intenzioni dell?azienda ? la cooperativa Interactive di Torino ? dovrebbe avvenire a fine mese. E sono gli stessi rappresentanti dei lavoratori a indicare una possibile via d?uscita dalla crisi che ha investito la comunità: l'accreditamento da parte di Regione e Asl

STAZZANO – I lavoratori della comunità Ergon di Stazzano non si rassegnano alla chiusura della struttura, che secondo le intenzioni dell’azienda – la cooperativa Interactive di Torino – dovrebbe avvenire a fine mese. Sono gli stessi rappresentanti dei lavoratori a indicare una possibile via d’uscita dalla crisi che ha investito la comunità. La struttura, che si trova all’interno del castello di Stazzano, ospita attualmente 14 malati psichiatrici rispetto ai 20 di qualche tempo fa. Potrebbe però tornare a lavorare a pieno regime – secondo i dipendenti – se la Interactive insistesse sulla strada dell’accreditamento da parte di Regione e Asl.

“Governo e Parlamento, nel 2012, hanno stabilito che gli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) avrebbero dovuto chiudere il 31 marzo 2013 – dicono i rappresentanti dei lavoratori della Ergon – Poi c’è stato uno slittamento di un anno (quindi al marzo 2014). La Interactive ha quindi tutto il tempo per attrezzarsi al fine di ospitare una piccolissima parte dei 1.200 pazienti attualmente detenuti negli Opg“.

Anzi, “la comunità riabilitativa Ergon è nelle condizioni di rispondere fin da subito ai bisogni dei pazienti che saranno dimessi dagli ospedali psichiatrici giudiziari”. Per farlo manca solo un atto formale, l’accreditamento appunto, che viene rilasciato da Regione e Asl. “L’accreditamento garantirebbe la possibilità di accogliere presso la struttura tali pazienti”, dicono ancora i lavoratori.

A questo punto, secondo i dipendenti della Ergon, si risolverebbe anche il secondo problema, quello del canone d’affitto che lega la Interactive a una società toscana, la Villa spa, proprietaria dell’immobile in cui si trova la comunità. “Il contratto d’affitto potrebbe essere rinegoziato, con una perdita di esercizio ridimensionata e con la prospettiva di un rilancio”. Intanto, le parti in causa aspettano la convocazione del prefetto Romilda Tafuri: dipendenti e sindacati sperano che dal confronto con la Interactive possa uscire una soluzione per il rilancio della Ergon.
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