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Nuovo piano di rientro sulla sanità, ma il sistema rischia il tracollo
La Regione si è impegnata davanti al ministero dell'Economia e della Finanze a varare un nuovo piano di rientro per gli 864 milioni di buco pregressi. Ma il territorio attende risposte sui servizi socio assistenziali: ingressi nelle case di riposo e rifinanziamento dei fondi sull'assistenza domiciliare annullati a gennaio. Quasi 400 le famiglie coinvolte solo nell'alessandrino e nel novese
La Regione si è impegnata davanti al ministero dell'Economia e della Finanze a varare un nuovo piano di rientro per gli 864 milioni di ?buco? pregressi. Ma il territorio attende risposte sui servizi socio assistenziali: ingressi nelle case di riposo e rifinanziamento dei fondi sull'assistenza domiciliare annullati a gennaio. Quasi 400 le famiglie coinvolte solo nell'alessandrino e nel novese
TORINO – Ci ritenta palazzo Lascaris (nella foto), sede del governo regionale, ad evitare il commissariamento della sanità. Ieri gli occhi erano tutti puntati a Roma, dove si è svolto un tavolo tecnico al Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla presenza dei tecnici del Ministero della Salute e dei vertici amministrativi della Regione. Torino si è presentata decisa e avrebbe voluto portare a casa il permesso a dilazionare il buco da 900 milioni di euro, “ereditato dalle precedenti gestioni”, precisano dalla giunta Cota, e la possibilità di utilizzare i fondi europei Fas per 300 milioni di euro per coprire parte della voragine.“Il tavolo ha evidenziato l’esistenza di una somma di 864 milioni di euro relativa a passività pregresse che la Regione si è impegnata a coprire mediante la predisposizione di un programma operativo di rientro”, dicono i vertici torinesi al termine dell’incontro. Quindi, un nuovo piano di rientro che dovrà passare nuovamente al vaglio del ministero a maggio. Il rischio commissariamento non è del tutto evitato.
Ma, soprattutto, non sono ancora arrivate le risposte che si attendono Asl e gestori dei servizi socio assistenziali su due partite importanti: le liste di attesa per l’ingresso nelle residenze per anzini, bocciate da una sentenza del Tar, e i fondi sull’assistenza domiciliare.
“Dalla risposta che arriverà da Roma dipende il bilancio regionale, che non è ancora chiuso. Ma, le altre risposte dipendono dalla volontà politica: la giunta deve dare indicazioni su cosa intende fare circa la sentenza del Tar che ha bloccato le liste di attesa per l’ingresso nelle residenze per anziani e sui fondi destinati ai servizi sociali. Il mancato trasferimento dell’integrazione delle rete sta mettendo in seria difficoltà le residenze per anziani e le famiglie”, dice Rocco Muliere, consigliere del Pd.
Partiamo dai servizi socio assistenziali: le Asl, che dipendono finanziariamente dalla Regione, integrano, quando ve ne sono i presupposti, le rette per la permanenza degli anziani presso le case di riposo accreditare. Altra formula di sostegno alle famiglie con anziani è l’assistenza domiciliare data dai gestori dei servizi (Csp per il novese, il Cissaca per l’alessandrino, l’Asl per Casale e Valenza) oppure il contributo alla famiglia che si occupa dell’anziano. “I fondi destinati a queste forme di aiuto sono stati azzerati a gennaio. Fino ad oggi siamo riusciti a tamponare, con nostro personale, ma se non arrivano soluzioni, non si potrà andare avanti a lungo – spiega il presidente del Csp Ippolito Negro – Nei comuni del novese, sono circa 150 le famiglie coinvolte. “Analogo problema si è presentato per il centro diurno per disabili in salita Bricchetta. L’Asl dovrebbe coprire il 70% del costo ma di soldi non ne sono più arrivati”.
Nell’alessandrino le famiglie che rischiano di perdere l’aiuto sono oltre 200, alcune delle quali hanno anche fatto investimenti, come l’assunzione di una badante, pensando di poter contare sul contributo regionale. In una recente riunione in Regione con gli enti gestori, l’ex assessore Monferino aveva chiesto alle Asl di anticipare tali fondi. “Sulla base di quanto detto a quell’incontro, come Cissaca abbiamo scritto alla nostra Asl di riferimento ma al momento non sono arrivate risposte. Siamo in attesa della convocazione di un nuovo tavolo”, spiega il direttore del Cissaca Laura Mussano.
Diverso e non meno preoccupante è il blocco delle liste di attesa per il ricovero nelle residenze: “le liste sono bloccate dallo scorso settembre. Nel novese ci sono circa 150 anziani che attendono di poter entrare. In sei mesi siamo riusciti a sbloccare solo un paio di situazioni, davvero urgenti. Per il resto, ci stiamo arrangiando come possiamo”, spiega Negro.