Referendum sull’accordo tra Kme e sindacati
Siglato ieri mattina, dopo una nottata di trattative, l'accordo tra azienda e sindacati: stop agli esuberi fino al 2015 ma sarà rivisto il premio di produzione. Lunedì i punti dell'accordo saranno illustrati ai lavoratori che si esprimeranno con un referendum
Siglato ieri mattina, dopo una nottata di trattative, l'accordo tra azienda e sindacati: stop agli esuberi fino al 2015 ma sarà rivisto il premio di produzione. Lunedì i punti dell'accordo saranno illustrati ai lavoratori che si esprimeranno con un referendum
SERRAVALLE SCRIVIA – C’è l’accordo tra Kme Italia e i sindacati: congelati i 275 esuberi (95 a Serravalle) fino al 2015 ma sarà rimodellato il premio di produzione. Azienda e sindacati parlano di una “assunzione di responsabilità”, davanti ad una situazione difficile. Insomma, un accordo “storico”, non solo per il contesto in cui è nato, ma anche per i contenuti: tra i punti concordati c’è infatti la nascita di una commissione economica congiunta che si riunirà periodicamente e che avrà accesso ad una serie di atti generalmente non condivisi. Il premio di produzione sarà rimodellato sulla base del reale andamento dell’azienda. “In ogni caso – hanno però assicurato i sindacati al termine del lungo vertice – l’accordo sarà sottoposto a referendum tra i lavoratori“. L’incontro si era aperto mercoledì nel primo pomeriggio nel peggiore dei modi, con un “muro contro muro” tra le parti. Kme, da un lato, proponeva il ricorso alla cassa integrazione a zero ore per il personale considerato in esubero; dall’altra i sindacati che ribadivano: “non firmeremo un accordo che apre la porta ai licenziamenti”. Nella notte è stata trovata la “quadra”.
“Le parti hanno riconosciuto la situazione di pesante difficoltà di mercato per il gruppo Kme nel contesto della più ampia e persistente crisi globale, con importanti ripercussioni negative sugli ordini e sulle produzioni degli stabilimenti italiani ed esteri”, conferma l’azienda.
Il nuovo piano industriale prevede “il mantenimento e lo sviluppo dell’attuale attività; in particolare sarà mantenuto in attività il forno fusorio Asarco di Fornaci di Barga e sarà mantenuta tutta l’attuale gamma di prodotti finiti nei due stabilimenti italiani (Fornaci di Barga e Serravalle Scrivia). Saranno mantenute in Italia capacità di progettazione e realizzazione di impianti”.
Sgombrato il campo dall’incubo mobilità, “l’azienda si impegna a verificare soluzioni diverse quali il tempo parziale; il ricollocamento in ruoli svolti in precedenza da personale con contratto a termine o da dimissionari; trasferimenti volontari in altre sedi; internalizzazione di attività. Verranno utilizzati per tutto il personale gli ammortizzatori sociali disponibili“.
I sindacati spiegano come sarà il nuovo premio di produzione: “abbiamo concordato – dicono – l’istituzione di un nuovo premio in alternativa di quello attualmente in essere. Tale premio, totalmente variabile sarà riconosciuto a fronte di risultati di bilancio concordati fra le parti. È istituita una commissione economica congiunta, di cui faranno parte rappresentati dell’azienda e nostri, con il compito di verificare l’andamento del risultato industriale in corso d’anno”.
Aggiunge l’azienda: “Si tratta di un’assunzione di responsabilità importante, in quanto il nuovo premio verrà erogato solo se saranno raggiunti risultati economici che rendano l’azienda economicamente “sostenibile”. Siamo coscienti – dice la direzione – che il compromesso raggiunto impone sacrifici a tutte le parti in causa». Per Fim Cisl, Fiom Cgil, e Ulm “è un accordo impegnativo”. A partire da lunedì i rappresentanti sindacali spiegheranno i termini dell’accordo ai lavoratori. “Spetterà a loro l’ultima parola, verrà infatti sottoposto a referendum, probabilmente già entro la prossima settimana”.
