La provincia si ferma: “In gioco c’è il Piemonte”
"Difendiamolo dalla Giunta Cota". Uno sciopero "del pubblico" con manifestazione a Torino per dire "no" alle politiche attuate fino ad oggi dalla giunta della Regione Piemonte. Dalla provincia partiranno oltre 20 pullman. Cgil, Cisl e Uil unite per difendere sanità, welfare, casa, trasporti, formazione
"Difendiamolo dalla Giunta Cota". Uno sciopero "del pubblico" con manifestazione a Torino per dire "no" alle politiche attuate fino ad oggi dalla giunta della Regione Piemonte. Dalla provincia partiranno oltre 20 pullman. Cgil, Cisl e Uil unite per difendere sanità, welfare, casa, trasporti, formazione
TORINO – 13:30 In 20 mila al corteoE’ terminata la manifestazione sindacale a Torino alla quale era presente anche una folta delegazione di alessandrini delle categorie trasporto, sanità e pubblico impiego. A Torino, in una piazza Castello stracolma, la città di Gagliaudo ha portato l’esperienza del dissesto, con le sue partecipate a rischio e la spada di Damocle dei licenziamenti sulla testa. “E’ stata una manifestazione molto riuscita, non ho mai visto tanta gente così in piazza Castello – ha detto Alessandro Porta di Uil Trasporti – Ci auguriamo che possa servire a far cambiare rotta il governo regionale”.
(galleria fotografica con il contributo prezioso di Uil e Fiom)
“In gioco c’è il Piemonte, difendiamolo dalla giunta Cota” è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per lo sciopero-manifestazione che si tiene oggi, giovedì 18 aprile a Torino. Tutta la provincia di Alessandria si ferma. Le tre sigle sindacali denunciano una situazione insostenibile: “il numero delle persone a rischio povertà si sta allargando e temiamo per la tenuta del sistema di welfare locale e della coesione sociale. Nella sanità, nel terzo settore, nei trasporti, nella formazione professionale e nelle politiche abitative, la Regione manifesta un’inerzia che si protrae da troppi mesi e che sta mettendo in grande difficoltà cittadini, lavoratori e pensionati”, questo è quanto affermano i sindacati in un volantino che dice “NO” alla distruzione dei servizi, ai tagli lineari, alla riduzione dei servizi socio assistenziali, i tagli al trasporto pubblico locale, alla vendita di ospedali ai privati e allo speco in generale di risorse e invece promuove con un bel “SI” un sistema sanitario universale di qualità, l’integrazione socio sanitaria territoriale, un trasporto pubblico efficiente, una legge sulla non-autosufficienza, un formazione professionale che risponda alle esigenze delle imprese e del mondo del lavoro, un potenziamento della rete dei servizi educativi e una politica della casa, abitativa, che restituisca dignità alla persona e non che gliela tolga.

Quello che lamentano lavoratori, pensionati, cittadini sono le “mancate politiche” della giunta del presidente Roberto Cota: “i problemi premono, la giunta non risponde”, recita sempre il volantino.
Dopo ormai quattro anni durissimi per l’economia piemontese, la situazione della nostra regione è fortemente compromessa: il Piemonte è la prima regione del Nord per tasso di disoccupazione e la seconda d’Italia per utilizzo di ammortizzatori sociali. Ciò comporta la pesante erosione del risparmio e la perdita di reddito per molte famiglie, pensionati, donne e giovani. La disoccupazione e la scomparsa quotidiana di imprese, la crescita vertiginosa delle ore di cassa integrazione, la crisi del commercio e dei consumi, creano difficoltà economiche al limite della sostenibilità e costituiscono un forte pericolo per la tenuta sociale della nostra popolazione. Una serie di indicatori economici e sociali testimoniano la crisi in atto. Al netto delle difficoltà del momento, provocate dalle politiche di rigore, dai tagli lineari e dal patto di stabilità interno che impedisce gli investimenti, “constatiamo che la giunta regionale non esprime proposte programmatiche e progetti, per tentare di affrontare la situazione. In uno scenario quale l’attuale sarebbe necessario avere una politica regionale autorevole, prefigurare soluzioni, individuare strategie, difendere gli interessi dei più deboli. Noi non troviamo nella Giunta Cota nessuna di queste volontà”.

“Il terzo settore sta subendo una fase estremamente difficile a causa del taglio delle risorse per il welfare”. In mancanza di definizione degli obbiettivi di servizio, è’ in atto un forte peggioramento delle condizioni, una contrazione dell’offerta pubblica dei comuni e un’offerta di servizi indirizzata quasi esclusivamente alle situazioni di disagio/bisogno estremo. “Gli anziani non autosufficienti, i disabili, i minori e famiglie in difficoltà vedono negate risposte assistenziali immediate, efficienti ed appropriate: aumentano i ritardi, le liste di attesa, ma diminuiscono i livelli e la qualità del servizio, oltre che gli stessi posti di lavoro per gli operatori”.

Molti rappresentanti del “pubblico”, cioè di questi settori si fermano in tutta la provincia, ma sono garantiti i servizi essenziali. Per il trasporto pubblico locale il servizio è sospeso dalle 8 alle 16 per consentire ai lavoratori di partecipare alla manifestazione, mentre per le prestazioni sanitarie dell’Asl è garantito un contingente minimo di personale.