Da Vasto a Strasburgo, passa a Novi il padre che non si rassegna
Antonio Borromeo, 46 anni, separato e padre di Giuseppe, sta affrontando un lungo cammino tra Vasto, in Abruzzo, e Strasburgo per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione dei padri separati ai quali non è consentito di fatto l'affido condiviso
Antonio Borromeo, 46 anni, separato e padre di Giuseppe, sta affrontando un lungo cammino tra Vasto, in Abruzzo, e Strasburgo per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione dei padri separati ai quali non è consentito di fatto l'affido condiviso
NOVI LIGURE – Da Vasto, Abruzzo, a Strasburgo e ritorno. Passa anche da Novi, domenica 12 – giorno dedicato alla festa della mamma, per paradosso – la lunga marcia di Antonio Borromeo, 46 anni, insegnate, padre separato non solo dalla moglie, ma anche dal figlio, Giuseppe. Il percorso di Antonio, quello che sta affrontando a piedi, è iniziato il 25 aprile. Ma l’altro percorso, quello personale ed umano, è iniziato molto prima, quando, separatosi dalla moglie, ha saputo dal Tribunale che avrebbe potuto vedere il figlio solo per 5 ore a settimana. A nulla sono valse le richieste, motivate anche da esigenze di lavoro della ex moglie, di poter passare più tempo con il bambino. Sono i paradossi della legge italiana che prevede l’affido condiviso ma che, di condiviso, ha ben poco, tanto da essere stata di fatto bocciata da una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, il 29 gennaio 2013. Così Antonio, di fronte ad una normativa “sorda” ha deciso di fare sentire la sua voce, e quella di tanti padri come lui, in altro modo: dando vita ad una associazione “Che colpa ho io” e mettendosi in marcia, letteralmente, per raccogliere le firme per una petizione nella quale chiede “l’abolizione delle competenze civili dei Tribunali dei minorenni; la costituzione di un Tribunale specializzato in materia di famiglia composta esclusivamente da giudici togati con un’alta formazione degli operatori; la concreta applicazione dell’affido condiviso, rispettando il dettato del Legislatore, il voto del Parlamento e la volontà popolare; un concreto ridimensionamento del ruolo e dei poteri dei servizi sociali” .
Spiega Raffaella Cossi, avvocato: “Chiediamo che venga ufficialmente e inequivocabilmente introdotta nella legge la suddivisione paritaria dei tempi. Perché attualmente viene riconosciuto il principio dell’affido condiviso, ma nella realtà non viene applicato. Anzi, i tribunali hanno introdotto la pratica del collocamento principale del minore presso un solo genitore: la legge 54/2006 non lo prevede, è totalmente inventato”.
Alcune sentenze della Corte di Cassazione negli anni hanno stabilito che “l’affidamento condiviso si pone non più come evenienza residuale, bensì come regola, rispetto alla quale costituisce eccezione l’affidamento esclusivo”. Nei fatti, anche quando la legge 54/2006 viene applicata, il principio della bigenitorialità cardine della norma è ignorato, perché il genitore che convive stabilmente con il minore spesso impedisce all’altro di vedere il figlio, di frequentarlo per più di poche ore settimanali o addirittura mensili, danneggiando lo stesso minore.
Antonio Borromeo si considera “vittima, insieme al figlio”, della prassi tutta italiana ed ha quindi deciso di intraprendere “una iniziativa che possa suscitare interesse e sensibilizzare l’opinione pubblica, al cui interno sono migliaia i genitori afflitti da identiche difficoltà”.
Dopo la tappa novese, ecco le successive date: Genova 13/05, Chiavari 14/05, La Spezia 15/05, Forte dei Marmi 16/05, Lucca 17/05, Empoli 18/05, Firenze 19/05, Arezzo 21/05, Perugia 22/05, Assisi 23/05, Spoleto 23/05, Rieti 24/05, Tivoli 25/05, Roma 26/05 (Piazza San Pietro) e 27/05 (Ministero di Grazia e Giustizia), Anzio 28/05, Sabaudia 29/05, Gaeta 30/05, Napoli 31/05 e 01/06, trasferimento a Bari 02/06, Barletta 02/06, Manfredonia 03/06, San Giovanni Rotondo 04/06 e 05/05, San Severo 06/05, Termoli 07/05, Vasto 08/06.