Geosito, si presenta il progetto di valorizzazione
Un affioramento roccioso che permette di individuare, in base al suo contenuto di fossili, minerali e orientazione del campo magnetico, il limite di passaggio tra due periodi (il Paleogene e il Neogene), due epoche (lOligocene e il Miocene) e due età (lAquitaniano e il Chattiano)
Un affioramento roccioso che permette di individuare, in base al suo contenuto di fossili, minerali e orientazione del campo magnetico, il limite di passaggio tra due periodi (il Paleogene e il Neogene), due epoche (l?Oligocene e il Miocene) e due età (l?Aquitaniano e il Chattiano)
Il Gssp di Carrosio è un affioramento roccioso che permette di individuare, in base al suo contenuto di fossili, minerali e orientazione del campo magnetico, il limite di passaggio tra due periodi (il Paleogene e il Neogene), due epoche (l’Oligocene e il Miocene) e due età (l’Aquitaniano e il Chattiano).
Termini che dicono poco? Non c’è problema. In occasione della campagna nazionale di Legambiente “Piccola grande Italia” che ha lo scopo di valorizzare le peculiarità dei territori dei piccoli Comuni, il circolo vallemmino dell’associazione ambientalista, in collaborazione l’amministrazione comunale, la Proloco e il Csva, ha infatti organizzato per sabato 1° e domenica 2 giugno, due incontri alla scoperta del geosito di Carrosio rivolti a tutti.
Domani, 1° giugno a Carrosio, alle ore 21.00, presso l’ex asilo comunale, si terrà un incontro alla presenza dei geologi dell’Ispra che spiegheranno la particolarità del sito vallemmino. Il giorno successivo, il 2 giugno, alle ore 10.00, con ritrovo sempre presso l’ex asilo, è prevista una visita guidata al punto di osservazione del Geosito, presso la Rocca di Carrosio, con colazione offerta dalla Proloco. Durante l’evento i geologi Ispra consegneranno al Comune di Carrosio la targa ufficiale per identificare il sito.
Il progetto nazionale di valorizzazione dei Gssp è partito nel 2008, e se la storia del geosito vallemmino è vecchia di 23 milioni di anni, anche Carrosio qualcosa da raccontare ce l’ha. Fin dall’età Romana, infatti, è un attivo centro lungo la via della Bocchetta, sull’antico percorso commerciale tra Genova e la valle padana. Rimangono esigue testimonianze anche della successiva presenza longobarda, ma il borgo vero e proprio nasce con la signoria dei Vescovi-Conti di Tortona nel X secolo e a quella degli Adalbertini, marchesi di Gavi tra XI e XII secolo. La prima citazione nelle fonti documentarie risale infatti all’anno 1006, e poi nel 1141, allorché i genovesi acquistarono il castello di Aimero, nucleo originario del primitivo paese.