Ilva, deciso il commissariamento temporaneo
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Sara Moretto - s.moretto@ilnovese.info  
5 Giugno 2013
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Ilva, deciso il commissariamento temporaneo

Affidato a Enrico Bondi il compito di risanare lo stabilimento pugliese, per un massimo di tre anni. L’approvazione del decreto è giunta ieri, al termine del Consiglio dei Ministri

Affidato a Enrico Bondi il compito di risanare lo stabilimento pugliese, per un massimo di tre anni. L?approvazione del decreto è giunta ieri, al termine del Consiglio dei Ministri

ROMA – Con l’approvazione del decreto avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri da parte di Palazzo Chigi, le voci insistenti che si muovevano in questi giorni sono diventate certezza: l’ Ilva di Taranto sarà commissariata. Ad essere chiamato a risanare lo stabilimento Enrico Bondi (in foto), la cui nomina da parte del presidente del Consiglio arriverà entro una settimana. Il commissariamento avrà però una durata massima di 36 mesi e sarà finalizzato a realizzare le prescrizioni dell’ Aia.

Durante questi tre anni il “risanatore” potrà avvalersi di due subcommissari, uno nominato dal ministero dello Sviluppo e uno da quello dell’Ambiente. «La decisione è di convocare oggi il Governo per un decreto che preveda un commissariamento temporaneo dell’Ilva, che consentirà di gestire l’azienda attuando l’Aia», aveva dichiarato nella mattinata di ieri il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, prima di entrare nell’Aula della Camera per riferire sul caso Ilva e così è avvenuto.

Da quanto recita il decreto preso in esame dal Consiglio dei Ministri, Il commissariamento è previsto in presenza di uno «stabilimento di interesse strategico nazionale la cui attività produttiva comporti pericoli degradanti per l’integrità dell’ambiente e della saluta a causa della inosservanza delle norme». Insomma, il Governo, ha affermato Zanonato, ha lavorato per tutelare l’Ilva, conscio che la chiusura dello stabilimento sarebbe potuta costare cara al paese: «oltre otto miliardi di euro annui», questo sarebbe stato l’impatto di una serrata dello stabilimento pugliese, secondo quanto calcolato dal ministro dello Sviluppo. Una sua eventuale cessione, ha poi aggiunto, «esporrebbe il nostro Paese al rischio di un forte impoverimento della capacità tecnologica e di innovazione».
Si tira così un sospiro di sollievo anche all’ Ilva di Novi, la cui produzione si basa sui coils inviati via mare da Taranto.

 

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