Trasporto pubblico, cresce la paura per i tagli
'Non sostenibile'. Cosi' la giunta novese definisce il provvedimento regionale che riduce i fondi per la mobilita' locale. Il presidente del Cit: 'Sommando i tagli precedenti, tocchiamo il 65 per cento. Cosi' si uccide il servizio'
'Non sostenibile'. Cosi' la giunta novese definisce il provvedimento regionale che riduce i fondi per la mobilita' locale. Il presidente del Cit: 'Sommando i tagli precedenti, tocchiamo il 65 per cento. Cosi' si uccide il servizio'
Si ritiene, inoltre, che il provvedimento regionale non sia sostenibile per i riflessi economici che la riduzione dei fondi avrà sulle aziende affidatarie del servizio di trasporto pubblico e che gli effetti negativi saranno ancora maggiori nei territori più svantaggiati e per le fasce più deboli di cittadini. Pertanto si chiede alla Regione che vengano rideterminati i fondi da rendere disponibili alla Provincia di Alessandria secondo esigenze reali e sociali, ovvero garantendo per il 2013 il finanziamento di circa tredicimila euro, per il 2014 di circa dodicimila euro e per il 2015 di oltre undicimila euro. Il documento approvato dalla giunta novese verrà inviato al presidente della regione Roberto Cota e agli assessori competenti.
Già il mese scorso in occasione dell’approvazione del bilancio del Cit (Consorzio intercomunale trasporti), il presidente dell’ente, Federico Fontana, aveva dichiarato di essere molto preoccupato sul futuro dell’ente alla luce degli ulteriori annunciati tagli della Regione al trasporto pubblico del- l’ordine del 25 per cento su metà anno e di un ulteriore 15 per cento entro la fine del 2013. «Se sommiamo – sottolinea il presidente del Cit – tali tagli con quelli precedenti tocchiamo il 65 per cento. Questo significherebbe “uccidere” il servizio che, per alcuni territori, è fondamentale così come per alcune fasce di utenza. Non possiamo pensare di lasciare senza servizio, ad esempio, le frazioni e nel periodo settembre – giugno gli studenti. Senza contare che il taglio del servizio avrebbe un impatto occupazionale non secondario».