A scuola con i cyberbulli
La violenza tra i banchi ha preso una nuova piega e usa come veicolo social network e smartphone. Il preside dell'istituto di Serravalle: 'tra ragazzine delle medie pesanti insulti via chat, e' stato necessario inviare una circolare a tutte le famiglie'
La violenza tra i banchi ha preso una nuova piega e usa come veicolo social network e smartphone. Il preside dell'istituto di Serravalle: 'tra ragazzine delle medie pesanti insulti via chat, e' stato necessario inviare una circolare a tutte le famiglie'
Il tema più attuale e senz’altro più delicato, è il dilagare del fenomeno del bullismo all’interno della scuola, che corre su un doppio binario: la prevaricazione personale, diretta, che si esprime attraverso atti di violenza fisica e verbale e quella che avviene tramite i nuovi strumenti di comunicazione, chat, social network, smartphone e chi più ne più ne metta. Quest’ultima, detta cyberbullismo, rappresenta una minaccia silenziosa, ma insidiosa: infatti dietro uno schermo ci si sente subito più forti, più grandi e, spesso, più prepotenti. “I ragazzini dimostrano una tendenza alla prevaricazione che può sfociare in situazioni problematiche – sottolinea Modena – La scuola cerca quotidianamente di arginare il problema, ma senza un’adeguata educazione da parte delle famiglie, gli episodi di questo genere risultano spesso incontrollabili”.
Modena esprime numerose riflessioni anche sulla società contemporanea, dove troppo frequentemente vengono veicolati messaggi sbagliati sull’utilizzo delle nuove tecnologie, che “deresponsabilizzano” i giovani. “La maggioranza degli alunni porta con sé il telefonino anche durante le lezioni ed è sconcertante il fatto che i genitori ne siano a conoscenza e non facciano nulla per impedirlo”, prosegue il preside, che di fronte ai pesanti insulti che alcune ragazzine delle medie si sono scambiate tramite WhatsApp, una delle chat più in voga, non ha esitato a inviare a tutte le famiglie una circolare per sottolineare “la necessità di collaborazione e dialogo tra famiglie e insegnanti, di un uso appropriato di questi strumenti tecnologici, affinché i ragazzi non diventino il prodotto, negativo, del degrado della società che ci circondano”.
L’articolo completo è sul Novese in edicola fino a mercoledì 19 giugno.